LA VOCE DI KAYFA

VENTI DI GUERRA AGITANO IL MONDO


 Solo a pensarla, la parola guerra mette i brividi. Sarà forse questo il motivo per il quale da parte dei media, ufficiali e non, si dà relativo spazio alla crisi nordcoreana, e soprattutto alle tragiche conseguenze che ne potrebbero derivare. È come se parlandone senza assillo si esorcizzasse lo spettro di un prossimo conflitto planetario la cui asfissiante presenza è sempre più percepibile dietro l'angolo. Oppure, molto più realisticamente, è come se nessuno se la sentisse di focalizzare l'attenzione su un evento che, se si verificasse, lascerebbe stretti margini di sopravvivenza alla gran parte della popolazione mondiale, considerando lo schieramento in campo e l'utilizzo di armi nucleari capaci di radere al suolo in meno di un secondo una megalopoli con suoi milioni di abitanti. A testimoniare che la minaccia nordcoreana sia più di un semplice gesto intimidatorio da parte del regime di Pyongyang c'è il dispiegamento di missili patriot da parte del Giappone a protezione del Ministero della Difesa e di altri probabili bersagli militari su Tokio, e lo stato di massima allerta degli USA per eventuali attacchi nucleari alle basi americane in territorio giapponese. Nonché l'appello di Fidel Castro alla Corea del Nord perché eviti la guerra. Sperando che i venti di guerra si plachino, meglio preoccuparci di quanto accade tra le “mura di casa”; dare sfogo alla fantasia e immaginare cosa possano essersi detti Berlusconi e Bersani per 15 minuti a tu per tu completamente da soli. Da loro non lo sapremo mai!