LA VOCE DI KAYFA

IL SUICIDIO DEL PD, CANDIDARE MARINI AL QUIRINALE


  Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sulla tendenza al masochismo del PD, le ultime ombre si sono ridate ieri sera con la candidatura ufficiale di Marini al Quirinale promossa da Bersani che di fatto ha spaccato sia il partito - l'ex sindacalista di matrice DC non piace né a Renzi, né a Debora Serracchiani, né ai principali giornali di centrosinistra Repubblica e L'Espresso -, sia l'alleanza con SEL di Vendola che all'ex Presidente del Senato avrebbe preferito Rodotà proposto dal M5S. L'unico a essere felice per la decisione maturata è Silvio Berlusconi il quale avrebbe posto come condizione per un'apertura a un governo di larghe intese presieduto da Bersani la presenza al Quirinale di una figura che gli garantisse il futuro politico – in Parlamento c'è chi vuole votare l'ineleggibilità del cavaliere -, e quello giudiziario messo a rischio dalle imminenti sentenze dei processi in cui il leader del centrodestra è imputato. Indipendentemente se Marini sarà o no eletto Presidente della Repubblica, candidandolo al Quirinale Bersani ha di fatto dato ragione a Grillo che da sempre schernisce il PD con il nomignolo di piddimenoelle a significare che tra il PD e il PDL non esistono differenze se non nella mancanza di una lettera nell'acronimo. Con la candidatura di Marini Bersani non ha solo segnato la fine del PD ma quella sua personale politicamente parlando. Infatti è molto probabile che alle prossime elezioni, come più volte Massimo Cacciari ha ammonito i dirigenti del PD affinché sondassero attentamente gli umori della base prima di scegliere un candidato per il Quirinale, c'è il rischio che Grillo prenda il 50% mentre il PD scompaia frammentandosi in tanti schieramenti. E tutto questo solo per fare un piacere a Berlusconi per appagare a ogni costo la personale ambizione di fare il Premier!