LA VOCE DI KAYFA

PIDDIMENOELLE, LA VERA NATURA DEL PD


 Mentre scrivo ancora non si conosce il nome di chi sarà incaricato di formare il nuovo governo. Si parla di Amato. Come alternativa Enrico Letta. Un probabile incarico a Renzi avrebbe ottenuto il veto di Berlusconi. Né il sindaco di Firenze pare fosse intenzionato a sobbarcarsi sulle proprio spalle l'onere di un tale onore, soprattutto dopo l'ostilità manifestategli da più di un esponente del suo stesso partito sia prima delle elezioni politiche che di quelle presidenziali tanto da escluderlo dai grandi elettori. L'unica certezza è che il PD sia completamente succube alla volontà di Berlusconi - come ha implicitamente ammesso la neopresidente del Friuli Debora Serracchiani durante il suo intervento di ieri alla direzione del PD ponendo la domanda che in questi giorni si sono fatti in tanti, “perché sì a Berlusconi e no a Rodotà?” - visto che il partito è orientato per un governo di grandi intese con il centrodestra dopo che a più riprese lo stesso Bersani aveva rimarcato il concetto “mai con Berlusconi!”. Nell'attesa di una risposta convincente da parte dei vertici di quello che una volta era il partito leader del centrosinistra italiano, resta il rammarico per l'ennesima vittoria, seppure a tavolino, di Belusconi propiziata da una sequela di clamorosi autogol, in campagna elettorale e successivamente, di Bersani e dei vertici del PD. Se invece di PD facessimo il verso a Grillo e dicessimo piddimenoelle, troveremmo la risposta alla domanda della Serracchiani. Spiegandoci tante incomprensioni avvenute nella politica italiana nell'ultimo ventennio. Prima di tutto perché, alla fine, la spunta sempre Berlusconi!