LA VOCE DI KAYFA

RAGGIOLO, UN PEZZO DI CUORE


 Raggiolo, frazione di Ortignano comune in provincia di Arezzo a 10 km da Bibbiena, è un paese del casentino toscano arroccato a circa 800 m a ridosso del Pratomagno. Circa venti anni fa mio suocero vi acquistò una proprietà rurale che riadattò a casa d'arte per raccogliere parte della sua ricca produzione artistica. Per anni con la mia famiglia vi abbiamo trascorso l'estate. Là i miei figli sono cresciuti tra prati, boschi, ruscelli, respirando aria pura, mangiando cibi genuini, giocando all'aperto con gli altri bambini. Ora che sono giovani, Raggiolo per loro rappresenta un bagaglio di ricordi sbiaditi che cedono il passo a quelli emozionanti dell'adolescenza che portano il nome di una ragazza cui si associa lo smarrimento per la scoperta del piacere d'amore; le goliardate con gli amici; le idealistiche adunate delle occupazioni scolastiche; i nauseanti postumi della prima sbronza; l'impagabile sensazione di scoprirsi grandi in vacanza da soli con gli amici senza l'assillo dei genitori. Anche per me Raggiolo costituisce un bagaglio di ricordi. Ma non sono affatto sbiaditi bensì più vivi che mai, seppure riferiti all'epoca in cui i miei figli erano piccoli. Quando sono in casa o in giardino a Raggiolo, mi è impossibile non sentire distintamente il rumore della loro scarpette mentre scendono di corsa la ripida discesa che dal paese conduce a casa per non fare tardi e dunque rischiare di essere puniti non uscendo il giorno dopo; i loro pianti di protesta contro la mamma che cerca di farli mangiare o studiare mentre vorrebbero tornare su in piazza a giocare con gli amichetti; le loro urla di gioia quando facevamo il bagno  o pescavamo gamberi nel Teggina; le partite di pallone sul campo comunale di San Pietro in Frassino e le tante scarpette rotte per la disperazione di mia moglie e mia; i gelati alla stazione di Bibbiena; le chilometriche sgroppate di corsa di buon mattino lungo la statale insieme al mio primogenito che si allenava in vista della ripresa del campionato allievi di rugby; la spesa alla COOP accompagnata dagli immancabili capricci per un giocattolo o una videocassetta quanto mai costosi; le escursioni tra i boschi per raggiungere Quota, o per salire in cima al Pratomagno a 2000 metri cui seguivano rinfrancanti braciate di carne e salsicce dal sapore inimitabile che saziavano la fame nutrita dalle lunghe ascese; le battaglie di gavettoni il giorno di ferragosto; le partite di bocce giù al mulino; le serate trascorse in piazza ad assistere al ruspante spettacolo del Circo Zuzzurellone, una compagnia di artisti di strada del nord Europa che ogni anno rinnova la performance richiamando in paese tanta gente. Ogni volta che torno a Raggiolo, il baule dei ricordi si spalanca e la malinconia mi coglie mentre passeggio per le vie circondate dai fitti boschi da cui la melodiosa voce del fiume si diffonde nell'aria unitamente al festante canto degli uccelli. Girovagando per le strette vie acciottolate, odorose di aromi di cibo e fiori, a stento trattengo l'emozione perché a Raggiolo è radicato un pezzo della mia vita di padre. Raggiolo è una porzione del mio cuore!