LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI CONDANNATO IN APPELLO, LA BASE DEL PD SI AMMUTINERà?


 Ora che la Corte di Appello ha confermato la condanna a quattro anni di carcere e l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni di Silvio Berlusconi imputato di frode fiscale nel processo Mediatrade, chissà come reagirà il popolo del PD, già deluso e frustrato dal deludente esito elettorale, e successivamente dal modo maldestro con cui il proprio partito ha condotto l'elezione del Presidente della Repubblica svelando che da circa vent'anni, ossia da quando il cavaliere è sceso in politica, pubblicamente lo attaccava per poi stringervi accordi dietro le quinte per spartirsi il paese e il potere. Sarà interessante osservare come reagirà la base a un governo presieduto sì da un suo leader ma tenuto sotto scacco dagli umori di un condannato per evasione fiscale, nonché sotto processo per prostituzione minorile, dato che il vicepremier di quel governo è il Segretario del partito di cui il condannato/inquisito è leader indiscusso. Anch'essa si comporterà in maniera garantista, dimostrandosi niente affatto turbata dalla sentenza di appello in attesa dell'inappellabile giudizio della Cassazione, o reagirà chiedendo al partito di mandare all'aria l'anomala alleanza che le fa storcere il naso? È vero che il governo Letta è nato per garantire governabilità al paese dopo l'imprevisto esito elettorale di fine febbraio da cui sono uscite tre eque maggioranze relative – PD-PDL-M5S entrambi con il 25% di voti – provocando una fase di stallo da cui sembrava impossibile venirne a capo. Ma, per quanto garantista possa dichiararsi, come può il PD continuare a governare a braccetto con un partito il cui leader è accusato di aver frodato il fisco dato che dal dal primo istante che si è insidiato a Palazzo Chigi Letta ha sempre dichiarato che una delle priorità del suo governo sarebbe stata combattere l'evasione fiscale con ogni mezzo essendo questa la madre di tutti i mali italiani? Davvero il Presidente del Consiglio e il suo partito sperano di arginarla alleandosi con un partito il cui padre/padrone secondo i giudici sarebbe un evasore? Ciò non equivale al voler osteggiare le rapine studiando le modalità a tavolino con i rapinatori? E all'estero che penseranno di noi? In quale altra nazione è possibile che un evasore fiscale possa continuare a fare politica, ricoprire cariche istituzionali risultando determinante per la stabilità e la tenuta del governo, imponendo al Premier le misure da attuare con la minaccia di aprire la crisi se non venisse ascoltato? Sorge più di un dubbio che alle prossime elezioni la base del PD voterà ancora PD. Tante vale voti anch'essa PDL così potrà finalmente dire di avere vinto un'elezione. A volte ammutinarsi conviene!