LA VOCE DI KAYFA

ELEZIONI COMUNALI, IL PD STRAVINCE SOLO IN COPPA ITALIA


 Ieri sera, durante Otto e mezzo, il prof. Dalimonte, analizzando il risultato elettorale delle amministrative dove il PD ha prevalso in maniera eclatante sul PDL, riferendosi all'ulteriore astensionismo che ha caratterizzato i ballottaggi, ha dichiarato che l'astensione non è un male in sé in quanto la bassa percentuale di votanti testimonierebbe che gli elettori che si sono recati ai seggi erano elettori di qualità. In pratica chi è andato a votare per il sindaco l'avrebbe fatto con cognizione di causa anziché per espletare una mera funzione costituzionale non avendo un'identità politica e quindi ai suoi occhi un partito valeva l'altro. A conferma della sua tesi il prof. ha citato come esempio gli USA dove il Presidente viene eletto con poco più del 38% di preferenze. Non essendo un politologo non ho argomenti con cui controbattere Dalimonte. Ma credendo nella Democrazia e nel valore che il singolo individuo ha in una società democratica, pur ammettendo che effettivamente esistono persone che votano con superficialità (spesso vendendo il proprio voto al miglior offerente in cambio di una bolletta pagata o di una spesa al supermercato), non rendendosi conto che con quel semplice gesto in cabina potrebbero cambiare drasticamente le sorti del paese e quindi le proprie, mi sembra che distinguere tra “elettori di qualità” e “elettori normali”sia offensivo verso chi ha preferito non recarsi al seggio non riconoscendosi in nessuno dei candidati a sindaco né nei partiti che li sostenevano. E poi non dimentichiamoci che negli ultimi tempi i partiti hanno avuto l'ardire di disattendere sfacciatamente alla volontà degli elettori. Caso eclatante il referendum del 1993 per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: i cittadini si espressero per l'abolizione e i partiti diedero l'impressione di aderire alla volontà popolare per poi ripresentare il finanziamento sotto altra forma tanto che, dopo anni, solo oggi, e grazie a Grillo!, si sta cercando di trovare una soluzione per abolirlo senza però infierire sulle finanze dei partiti... Se a ciò aggiungiamo che l'attuale governo è un ibrido tra destra e sinistra, malgrado sia prima che dopo le elezioni entrambi gli schieramenti negavano assolutamente la possibilità che si potesse formare un governo di larghe intese perché mai si sarebbero alleati con l'avversario per rispetto verso i propri elettori, è ovvio che in molti hanno preferito non recarsi al seggio convinti che alla fine i partiti fanno comunque quello che più conviene loro fregandosene degli umori elettorali. Voglio sperare che teoria di Dalimonte non sia finalizzata a rivalutare la vittoria del PD più di quanto realmente essa valga. Del resto se perfino il Segretario del partito Guglielmo Epifani, pur esultando, ha ammesso che le amministrative sono tutt'altra cosa dalle politiche - dando indirettamente ragione a Grillo che rispondeva allo stesso modo a chi, dopo il primo turno, evidenziava la debacle del M5S alle comunali rispetto alle politiche di febbraio – è chiaro che la vittoria va presa con le molle. Gioire va bene. Ma un conto è vincere il Campionato altra cosa conquistare la Coppa Italia. Gli spettatori presenti alle due competizioni sono sempre gli stessi. Solo che spesso gli stadi durante le partite di coppa sono semivuoti perché gli italiani la coppa rappresenta un surrogato con cui lenire l'amarezza per essere arrivati secondi o aver ottenuto un pessimo piazzamento nella competizione principale. Qui non si tratta della qualità degli elettori bensì di quella della competizione.