LA VOCE DI KAYFA

EURO, UN SOGNO TRASFORMATOSI IN INCUBO


  Per anni illustri economisti, finanzieri, politici e giornalisti si sono impegnati nell'illuderci che l'adozione dell'euro, la moneta unica europea, da parte dei paese membri dell'UE avrebbe garantito un'Europa più unita, sicura e ricca. A distanza di undici anni e sei mesi dalla data ufficiale in cui l'euro è entrato in vigore, 1° gennaio 2002, è sempre più evidente quanto la moneta unica abbia influito e stia influendo negativamente su quelle economie nazionali da sempre fisiologicamente deboli in termini economici rispetto alla Germania (Italia inclusa), la cui moneta nazionale, il marco, per anni ha spadroneggiato sui mercati europei e mondiali. Le varie crisi economiche che a macchia d'olio si stanno estendendo soprattutto nel sud Europa – dalla Grecia all'Italia -, smentiscono la favola dell'euro quale panacea di tutti i mali. Paradossalmente, seppure a denti stretti, sono sempre di più coloro che, dopo aver sostenuto a spada tratta l'euro, ora ammettono che esso è alla radice dei mali economici dell'Europa. Chi pensava che la Germania, adottando a sua volta l'euro, rinunciasse alla propria egemonia economica continentale, livellandosi sul piano di nazioni che da sempre arrancavano per tenerne il passo in termini di produttività e sviluppo interno, oggi sta facendo il mea culpa, ammettendo d'essersi sbagliato; che l'euro, anziché unire l'Europa, la sta dividendo più di quanto non fosse prima della sua entrata in vigore, causa le politiche rigoriste imposte dalla banca centrale e da Bruxelles affinché tutte quelle nazioni che, dovevano entrare a far parte dell'UE e adottare l'euro, avendo dei grossi deficit finanziari, si dessero un freno per rientrare nei parametri di Mastricht. Ora che è impossibile negare l'evidenza, ossia che l'euro sta uccidendo l'economia di molti Stati, favorendo solo la Germania, ecco che si palesa la possibilità che a uscire dalla moneta unica non siano quei paesi economicamente deboli, bensì la Germania, l'unica nazione che dall'euro ha tratto benefici. Tali prospettive non fanno altro che accrescere l'avversione dei cittadini nei confronti dell'UE e dell'euro: la gente comune capì che la moneta unica fosse tutt'altro che una benedizione pochi mesi dopo la sua entrata in vigore, quando a metà mese già inizia a trovarsi senza soldi in tasca perché i prezzi raddoppiarono senza che nessuno intervenisse seriamente per arginare la dilagante speculazione attuata da molti commercianti - al cambio molti di loro unificarono il rapporto lira/euro anziché dimezzarlo - denunciata da più parti. Che l'euro sia un incubo anziché un sogno di stabilità e benessere, oramai è chiaro a tutti. Il problema è che nessuno sa come uscire da quest'incubo. Quegli stessi che ieri sostenevano l'euro, oggi iniziano a fare dietrofront costretti dalla drammatica situazione economica in cui versano molte nazioni dell'UE che, per attendere alle direttive di Bruxelles, stanno costringendo i propri cittadini alla fame! Qualcuno si rende conto che in questo modo si stanno gettando le basi affinché in tutta Europa scoppi un conflitto sociale di dimensioni inaudite?