LA VOCE DI KAYFA

TRA POLITICO E PUTTANIERE NON C'È DIFFERENZA


 In questi giorni le cronache fiorentine e siciliane raccontano dell'ennesimo scandalo di politici coinvolti in un giro di escort. A Firenze un funzionario comunale pare non essersi fatto scrupoli di fare sesso con una escort nella sala conferenze di Palazzo Vecchio, sorpresi da una donna delle pulizie. Mentre nomi importanti della Firenze bene, anche politici, risulterebbero indagati per sfruttamento della prostituzione perché, sembra, frequentassero un giro di escort dell'est. In Sicilia è in corso un'inchiesta con arresti eccellenti di politici e faccendieri i quali avrebbero utilizzato soldi comunitari destinati alla formazione professionale di giovani disoccupati per viaggi, cene e incontri con splendide ragazze a pagamento. Episodi del genere riportano alla mente sia la vicenda D'Addario - la escort che raccontò nei minimi particolari i suoi incontri intimi con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli all'epoca in cui il cavaliere era Presidente del Consiglio -, sia le foto scattate in Parlamento che immortalano onorevoli e senatori smanettare coi loro portatili su siti hard alla ricerca di ragazze compiacenti. Senza dimenticare che Cosimo Mele, neo sindaco di Carovigno in provincia di Brindisi, è quello stesso deputato dell'UDC costretto a dimettersi perché coinvolto in una vicenda di escort e droga. Né va taciuta l'episodio che portò alle dimissioni di Piero Marrazzo Presidente della Regione Lazio, sorpreso da una pattuglia di carabinieri ad amoreggiare in una casa privata con un trans brasiliano con annessa striscia di cocaina. Nè quello che vide coinvolto Sircana, portavoce di Prodi a a Palazzo Chigi all'epoca in cui il professore era capo del governo, sorpreso a parlare dal finestrino della propria auto con un trans. Come si evince dalle cronache, spesso supportate dai fatti, molti politici in maniera bipartisan associano al proprio ruolo istituzionale quello di puttanieri. Per carità, nulla di male. A patto che a puttane ci vadano a spese loro. E che pubblicamente abbiano la decenza di non fare i moralizzatori del piffero, magari partecipando con mogli e figli a una manifestazione a sostegno della famiglia. Indipendentemente dalla crisi, apprendere che i soldi stanziati per i giovani disoccupati o per qualsiasi altra attività per rilanciare il Paese vengono utilizzati per il proprio piacere sessuale da chi dovrebbe investirli in risorse pubbliche è più di un offesa. È un crimine contro l'umanità che andrebbe punito quanto meno con l'interdizione dai pubblici uffici e con la confisca dei beni equivalente all'importo di cui ci si è indebitamente appropriati. Così si agirebbe in un paese normale!