A questo punto la domanda nasce spontanea, il PD ci fa o ci è? Cos'altro ci si può domandare di un partito capace di dilapidare nel giro di tre mesi il vantaggio abissale accumulato nei confronti del diretto avversario, il PDL, pareggiando malamente delle elezioni praticamente già vinte; di ridicolizzarsi agli occhi dell'opinione pubblica, bocciando all'atto della votazione i suoi stessi candidati al Quirinale; di smentirsi sfacciatamente, prima sostenendo che mai avrebbe fatto un governo con il PDL per poi allearvisi, dando vita al governo di larghe intese, malgrado la base fosse palesemente contraria all'alleanza con Berlusconi giudicandola un vero e proprio tradimento! Ora il PD insorge
all'iniziativa del PDL, definendola testualmente pirateria, che ha depositato in commissione Affari Costituzionali al Senato un emendamento al ddl di iniziativa governativa che istituisce il comitato per le riforme e che approderà all'esame di Palazzo Madama lunedì 8 luglio. L'emendamento, a quanto apprende l'agenzia Dire, è il 2.12, a prima firma del senatore Donato Bruno, e propone che anche il titolo quarto della Costituzione, quello sulla disciplina costituzionale della magistratura, rientri tra le materie di competenze del comitato. In pratica se l'emendamento passasse, apporterebbe delle modifiche al titolo quarto della Costituzione che disciplina gli organi della magistratura. Vecchio pallino di Silvio Berlusconi che la vorrebbe privare dell'autonomia riconosciutale
dall'articolo 104 della Costituzione. Ma davvero il PD credeva che Berlusconi avrebbe anteposto la drammatica crisi del Paese ai propri guai giudiziari? Pensava forse il PD che le manifestazioni inscenate dal PDL sotto il tribunale di Milano per protestare contro i giudici che stavano processando il cavaliere erano una colorita farsa e non un implicito attacco a quanto sancito dalla Carta? Pensava forse il PD che quando Berlusconi definì i
magistrati cancro della democrazia, lo fece in chiave vezzeggiativa? Il PD ci fa o ci è?