LA VOCE DI KAYFA

IL DEGRADO DI POMPEI È L'EMBLEMA DEL DEGRADO ITALIANO


 Il degrado in cui versano gli scavi di Pompei, tanto da indurre l'UNESCO a minacciare che se entro la fine dell'anno non verranno presi dei provvedimenti per tutelarli li cancellerà dalla lista dei siti considerati “patrimonio dell'umanità”, non deve sorprenderci più del dovuto. È vero che l'Italia è un museo a cielo aperto essendo tanti i siti archeologici e le bellezze naturali sparse a macchia d'olio sul territorio da nord a sud. Ma è altrettanto vero che la mancanza di fondi per la gestione di un così vasto patrimonio da anni ne sta mettendo a rischio la sopravvivenza. Certo, la crisi sicuramente influisce sulla qualità della gestione di un così vasto tesoro. Ma trattandosi appunto di un tesoro in grado di attrarre ogni anno nel nostro paese milioni di turisti con conseguenze assolutamente positive per l'economia nazionale, sia a livello pubblico che privato, stupisce che con regolarità “omicida”, partendo dalle finanziarie dei governi Berlusconi a quella di Monti i tagli alla spesa pubblica hanno riguardato la scuola pubblica e la ricerca a conferma di come in Italia solo a parole si voglia incentivare la cultura per poi farsi meschinamente smentire dai fatti. Certo sarebbe disonesto negare che l'attuale governo Letta ha bloccato i tagli alla scuola pubblica e alla ricerca. Tuttavia il piano per il rilancio del lavoro giovanile varato dal Premier che prevede il sostegno solo per quei giovani in possesso del titolo di studio di media inferiore, trascurando i diplomati e gli universitari, per quanto ricalchi le normative UE, appare discriminante e incentivante l'ignoranza. Del resto, considerando che in un passato abbastanza recente l'ex Ministro del Tesoro Tremonti dichiarò che “con la cultura non si mangia” per giustificare i tagli alla ricerca, la dice lunga sulla considerazione che una certa classe politica nostrana attribuisce alla cultura. Se aggiungiamo che l'ignoranza del popolo è garanzia di potere per chi comanda, non dobbiamo sorprenderci se nel nostro paese la cultura, siti archeologici inclusi, tenda a degradare. Il decadimento del nostro patrimonio culturale è conseguenza dell'imbarbarimento in cui versa la nostra società testimoniato dalla messa in onda di fiction televisive in cui si esalta la figura di mafiosi, camorristi, mogli di camorristi, criminali pervertiti e chi più ne ha più ne metta. Dimenticando che oggi i veri eroi sono tutti coloro che si adoperano onestamente per tirare avanti la famiglia e garantire un futuro migliore ai propri figli, malgrado con quel che guadagnano faticano ad arrivare alla metà del mese. Fino a quando nel nostro paese vi saranno persone che non hanno rispetto per chi è meno fortunato, attaccando i precari, invitandoli a sposare un ricco, è inutile parlare di salvaguardia della cultura. Il degrado di Pompei è l'emblema di un paese in cui si va affermando il degrado della cultura, qulla con la "C" maiuscola!