LA VOCE DI KAYFA

CAZZATE ITALIANE IN SALSA KAZAKA


 L'incresciosa, grottesca vicenda dell'espulsione dal suolo italiano con conseguente rimpatrio forzato della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov da parte della polizia italiana, di cui nessun membro del governo italiano pare sapesse nulla, a partire dal Ministro degli Interni Angelino Alfano, è la sintesi di come il paese sia (s)governato da un gruppo di potenziali teste di legno messe lì per riempire le poltrone mentre altri dietro le quinte agiscono per conto proprio decidendo le sorti del paese. Del tutto irrilevanti appaiono agli occhi dell'opinione pubblica le spiegazioni/giustificazioni del Ministro Alfano nella sua relazione di ieri al Senato. Malgrado il responsabile del Viminale affermi categoricamente che nessuno del governo fosse stato avvisato della vicenda, è smentito malamente dall'ex capo di gabinetto del ministero Procaccini, dimessosi a seguito dei fatti, il quale, intervistato dal Corriere, dichiara “ho ricevuto l'ambasciatore kazako al Viminale perché me lo disse il ministro spiegandomi che era una cosa delicata. L'incontro finì tardi e quindi quella sera non ne parlai con nessuno. Ma lo feci il giorno dopo, spiegando al ministro che il diplomatico era venuto a parlare della ricerca di un latitante. Lo informai che avevo passato la pratica al prefetto Valeri”. Se a ciò aggiungiamo che nella vicenda risulterebbe il coinvolgimento dei servizi segreti israeliani che avrebbero contattato un investigatore privato romano per pedinare Ablyazov e la sua famiglia, è impossibile immaginare che una forza militare straniera si muova in assoluta autonomia in un altro paese senza avvisarne previamente le autorità governative rischiando un incidente diplomatico: altro che Ruby nipote di Mubarak! Se Alfano e il governo italiano non erano al corrente di quanto stava avvenendo, o mentono - checché ne dica D'Alema -, oppure il paese è nelle mani di una banda di smidollati che non suscitano alcun rispetto internazionale al punto che un paese straniero si sente in diritto di portare avanti un'indagine sul territorio italiano senza preoccuparsi di avvisare il governo commettendo una sorta di invasione militare. Solo per questi due motivi l'intero esecutivo Letta, non solo Alfano, dovrebbe dimettersi. Ma a Berlusconi sta bene così e dunque vissero tutti felici e contenti!