LA VOCE DI KAYFA

PLATONE E LA BIBBIA INNEGGIANO ALL'ESSERE VEGETARIANI


 Nonostante la medicina moderna, per bocca di illustri luminari di fama internazionale come l'oncologo Umberto Veronesi, affermi che abolendo dalla nostra dieta la carne,  praticando un regime vegetariano, ridurremmo notevolmente il rischio di cancro accrescendo sensibilmente la qualità della vita, l’uomo continua a nutrirsi prevalentemente di cibi animali dimostrando quanto sordo sia a questi appelli. C’è da chiedersi se tale sordità non sia “amplificata” attraverso i media da chi ha tutto l’interesse affinché l’uomo continui a sbagliare regime alimentare, ammalandosi, per trarne profitto dalle cure alle quali sarà poi costretto a sottoporsi per guarire;  martellandoci quotidianamente con programmi televisivi e articoli di giornali in cui grandi chef, o personaggi dello spettacolo, della cultura e della politica improvvisandosi per un giorno cuochi, esaltano la bontà della carne, del latte e dei suoi derivati, facendo venire l’acquolina in bocca agli spettatori e ai lettori proponendo loro piatti dalle infinite succulente variabili, vanificano gli ammonimenti di chi, qualificato a farlo, dati alla mano, dimostra scientificamente quanto venefico sia per l'uomo nutrirsi di carne e di latte.      Se l'uomo moderno quando studia le opere di filosofia non si perdesse in arzigogolate elucubrazioni mentali per trarre il significato profondo di quanto, a suo dire, l'autore voleva esprimere, bensì leggesse con umiltà ogni riga, probabilmente non trascurerebbe molte sfumature che dimostrano come già nell'antichità si fosse consapevoli di quanto male facesse alimentarsi di carne. Già la Bibbia nella Genesi 2,1 – 7/17, laddove si narra della creazione di Adamo e del suo soggiorno nel giardino dell'Eden prima della cacciata dal Paradiso, ci fa sapere che il nutrimento del nostro progenitore previsto da Dio erano i frutti delle piante cha crescevano nel giardino, non certo gli animali che invece furono creati perché gli facessero compagnia prima della creazione di Eva. Che l’uomo originariamente fosse vegetariano lo si intuisce ancora meglio nella Bibbia laddove Dio ammonisce Adamo e Eva a mangiare i frutti di tutte le piante tranne quelli dell’albero della conoscenza. Mai Dio dice all’uomo di nutrirsi degli animali di cui è circondato! Seppure volessimo trascurare il messaggio biblico visto che esso deve interpretarsi simbolicamente, in un altro testo molto più incline alla cultura laica su cui si è strutturata la società occidentale, troviamo un riferimento ineludibile dove si afferma esplicitamente quanto sia dannoso per l’uomo nutrirsi di carne. Stiamo parlando de LA REPUBBLICA di Platone. Nel Libro II, cap. XIII  Socrate parlando del passaggio di uno Stato da semplice a complesso, conclude con queste parole: “E saranno pure utili molti altri animali, per chi vorrà mangiarli”, “Certo!”, “Ma con un tal regime anche i medici saranno molto più necessari di prima”, “Come no!”. A molti probabilmente sembrerà azzardato questo riferimento a La Repubblica nel tentativo di dimostrare che anche Platone, citando Socrate, attribuisse alla alimentazione animale valenza negativa per la salute fisica dell’uomo. Tuttavia all’inizio del cap. XIII  Socrate, rispondendo a Glaucone il quale opina che al banchetto degli uomini che daranno vita allo Stato di cui stanno discutendo manca il companatico, afferma “Mi sono dimenticato che avranno anche il companatico, cioè sale, olive, formaggio, e cuoceranno bulbi e verdure, come si suole fare in campagna. Imbandiremo loro anche pasticci di fichi, ceci e fave, e arrostiranno al fuoco, sotto la cenere, bacche di mirto e ghiande, bevendo moderatamente; così passeranno la vita in pace e in buona salute, com'è naturale, moriranno vecchi e trasmetteranno un analogo modo di vivere ai loro discendenti”. Quel “così passeranno la vita in pace e in buona salute”, chiaramente riferito alla conseguenza dell’alimentazione vegetale e alla moderazione nel bere che gli uomini di quel supposto Stato adotteranno, è indice che Socrate, l’alter ego di Platone, fosse consapevole di quanti benefici apportasse alla salute del corpo e dello spirito umano nutrirsi esclusivamente di verdure e legumi! Addirittura nel Libro VI de LE LEGGI, parlando di un età dell’oro, Platone fa dire all’Ateniese “sentiamo che presso altri popoli non vi era, un tempo, neppure il coraggio di gustare la carne di bue, e agli dèi non si sacrificavano animali, ma focacce, e frutti inzuppati nel miele, e simili altre incontaminate offerte, e non si toccava carne, quasi fosse empio mangiarne, e così macchiare di sangue gli altari degli dèi, ma quelli che di noi allora vivevano seguivano le cosidette regole orfiche, nutrendosi di esseri inanimati e astenendosi al contrario da tutto ciò che era animato”. Possibile che oggi noi ancora non riusciamo a comprendere  il male che facciamo a noi stessi alimentandoci di carne e dei suoi derivati, malgrado sia la Bibbia che Platone e chissà quanti altri testi e saggi dell’antichità lo affermino senza giri di parole? Possibile che non riusciamo a portare rispetto agli animali come sembra accadesse anticamente? Possibile che l’uomo sia talmente stolto da non avvedersi che, man mano che evolve tecnologicamente, involve sempre più spiritualmente? Possibile che la salute dell’umanità sia svenduta agli interessi economici di pochi che traggono profitto curandola? Possibile che chi cura la salute non sia in combutta con chi la distrugge?