LA VOCE DI KAYFA

ALFANO SOLIDALE CON BERLUSCONI ANZICHÈ CON IL PAESE


 Ora che la Cassazione ha acclarato con sentenza definitiva che Silvio Berlusconi è un criminale macchiatosi del reato di frode fiscale nei confronti dello Stato, misfatto reiterato perfino quando ricopriva il ruolo di Presidente del Consiglio, chissà come si comporterà Angelino Alfano, Segretario del PDL, nonché Vice Premier e, soprattutto, Ministro degli Interni nell'attuale governo Letta. Già sotto bersaglio per il modo alquanto maldestro con cui cercò di tirarsi fuori dallo scandalo conseguente all'estradizione dal nostro paese della moglie e della figlia del dissidente kazako Abljazov, dichiarandosi totalmente ignaro dei fatti mentre invece più di un testimone ha dichiarato che il Ministro sapeva, ora Alfano si trova tra le mani una patata bollente di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Essendo la funzione del Ministero degli Interni, il dicastero di cui Alfano è a capo, quella di tutelare la sicurezza nazionale, avendo la giustizia affermato senza ulteriore appello che il leader del suo partito è un incallito frodatore fiscale che non si faceva scrupoli di derubare al fisco laddove guidava l'Italia, essendo Alfano molto devoto a Berlusconi al punto d'essersi messo a piangere subito dopo la sentenza dicendosi pronto a dimettersi, così come tutti gli altri ministri e deputati del PDL, in segno di solidarietà verso il proprio leader, può Alfano restare a Capo del Viminale? Non sarebbe stato meglio se si fosse dimesso per la vicenda Abljazov invece di dimettersi per protestare contro la giustizia per aver smascherato e punito la natura delinquenziale del proprio capo di partito? Come può garantire la sicurezza nazionale chi si mostra lacrimosamente solidale con i delinquenti? In politica i sentimenti personali devono essere messi da parte per garantire il bene del Paese, premesso si abbia a cuore il bene del Paese e non quello dei criminali!