LA VOCE DI KAYFA

ITALIA, UN PAESE ALLA SBARAGLIO RICCO DI TALK SHOW


 Oramai è più di un mese che mi rifiuto categoricamente di guardare i talk show giornalistici. Per intenderci i vari Omnibus, Servizo Pubblico, Report, Quinta Colonna, Ballarò, Matrix, Il Bersaglio, Piazza Pulita, Porta a Porta, In Mezz'Ora, Otto e Mezzo, Presa Diretta, La Gabbia e quant'altro. Mi rifiuto di seguirli perché mi infondono l'insopportabile convinzione, ma sarebbe meglio dire certezza, di essere l'uno la fotocopia dell'altro: stessi argomenti, stessi ospiti, stesse dichiarazioni, stessi litigi in diretta o in differita tra gli ospiti per fare audience. In breve, tanto fumo niente arrosto! Probabilmente, in quest'oceano di vacuità mediatica, qualche eccezione che si distingue per originalità ci sarà. Se ci fosse, e sottolineo se ci fosse, essa è fagocitata dall'orgia di programmi cosiddetti di approfondimento che dal lunedì alla domenica, dall'alba al tramonto, notte inclusa, invadono i palinsesti televisivi ognuno con l'indiscussa pretesa di raccontare agli italiani la verità su quel che avviene nel paese, le cause dei suoi mali, chi sono i responsabili, affidando a rappresentanti dei partiti e delle istituzione l'opportunità di esprimere il proprio parere sulla condizione italiana, suggerendo la giusta ricetta perché il paese possa riprendersi. Il tutto condito da litigi verbali che spesso trascendono in vere e proprie volgarità tali da fare invidia alle liti d'osteria. Come accade per ogni cosa che, inflazionandosi, perde di valore e di credibilità, l'iperproliferazione di talk show in video sta stancando i telespettatori tanto che sempre meno sono coloro che li preferiscono a un buon film o a un altro programma. Addirittura, se proprio non c'è alternativa migliore, meglio spegnere la televisione e dedicarsi a un buon libro o sprofondare nel letto e fare una bella e sana dormita anziché perdere tempo ad ascoltare cose trite e ritrite in video, sui giornali e in rete. Tanto, come dimostrano la strana alleanza di governo PD/PDL e la situazione disastrata del paese, in video i partiti ne dicono e se dicono di tutte i colori. Ma dietro le quinte si spartiscono la torta alla faccia di quegli illusi degli spettatori che hanno gioito e sofferto assistendo alle loro performance agguerrite, convincendosi che davvero qualcuno di questi signori e signore elegantemente vestiti, dai volti sovraccarichi di cerone per nascondere le rughe, che parlano in maniera forbita esprimendo alti concetti da fare invidia al più grande dei filosofi, hanno a cuore le sorti del paese e dei cittadini. Se ciò fosse vero, dopo tanti anni di talk show in cui ne abbiamo sentite e viste tante, il nostro paese dovrebbe essere un esempio di efficienza anziché di deficienza assoluta; dove l'illegalità si annida in maniera indissolubile nelle maglie delle stato, come dimostra la corruzione dilagante nelle istituzioni, tanto che sono sempre di più i cittadini che hanno perso completamente fiducia in esse. Purtroppo gli unici ad aver tratto benefici da questi programmi sono le reti televisive che li trasmettono, i conduttori e gli ospiti che, presenziandovi, acquistano visibilità. L'Italia e gli italiani no davvero!