LA VOCE DI KAYFA

IL RAZZISMO È FIGLIO DELLE DEBOLEZZE DI STATO


 Credo che razzista non si nasce, lo si diventa nel momento in cui, scarseggiando sul proprio territorio le risorse capaci di garantire il sostentamento alla comunità stanziata da sempre sul suolo, chiunque sopravvenga dall'esterno e tenti di trarre a sua volta nutrimento da quelle risorse sarà osteggiato, tiranneggiato, forse linciato perché rappresenta un nemico che ruba il pane a chi di quel pane ha pieno diritto di servirsene essendoselo meritato col sudore della propria fronte lavorando fino a spaccarsi la schiena quella terra.Viceversa se quella terra fosse ricca di frutti, qualunque straniero vi giungesse per sfamare sé e la propria famiglia non solo troverebbe chi li nutrirebbe col sorriso sulle labbra ma probabilmente troverebbe anche chi gli concederebbe un lavoro consentendogli di pianificarsi il futuro, arrecando prima di tutto benefici a stesso tempo beneficio a stesso perché da quel lavoro ne ricaverebbe arricchimento.Con la crisi economica che c'è oggi in Italia, dove lo Stato non è in grado di garantire il benessere ai propri cittadini, al punto che la disoccupazione cresce a dismisura giorno per giorno lasciando sul lastrico migliaia di famiglie, è normale, dispiace dirlo, che nell'opinione pubblica covi un risentimento nei confronti degli immigrati quando quello stesso Stato, incapace di tutelare i propri “figli”, si mostra particolarmente sensibile alle problematiche degli immigrati, dando l'impressione di avere più a cuore le loro sorti che quelle degli aventi diritto per cittadinanza. Tutti sono ben disposti a sacrificarsi per aiutare gli altri quando ciò non comporti sacrifici per sé e per i propri figli. Ma quando la crisi incombe, costringendo a enormi sacrifici per salvaguardare se stessi e la famiglia, è ovvio che lo straniero che metta piede sul territorio nella speranza di trovare di che sopravvivere venga visto in cagnesco da chi su quella terra ci vive da sempre in quanto apparirà ai suoi occhi come un potenziale nemico che vuole depredarlo di quel minimo che possiede per sopravvivere. La Chiesa svolge il ruolo che le compete quando invita i fedeli e non a riconoscere nello straniero un fratello da aiutare e amare anziché un nemico da temere e umiliare. È lo Stato che non svolge il proprio ruolo di tutore del bene comune quando pone i cittadini nell'aberrante condizione di identificare nel migrante un nemico da combattere identificando in lui chi lo priverebbe del pane per sé e per i propri i figli. Il razzismo è figlio delle debolezze di stato e delle miserie sociali che ne derivano!