LA VOCE DI KAYFA

GRILLO SCACCIA BERLUSCONI DAL SENATO


 Schiuma rabbia, Silvio Berlusconi. Come previsto, ieri il senato ne ha decretato l'espulsione da senatore, adempiendo alla legge Severino, votata all'unanimità da PDL e PD all'epoca del governo Monti dopo gli squallidi episodi di peculato avvenuti nel consiglio regionale del Lazio e in altri. Ma sbaglia di grosso chi pensasse che la decadenza di Berlusconi sia una vittoria della democrazia. Dal momento della sentenza definitiva, emessa dalla sezione feriale della corte di cassazione di Milano il 31 luglio scorso, alla reale proscrizione di Berlusconi dal senato sono passati pochi meno di quattro mesi. Un'eternità se si considera che la legge Severino prevede per gli amministratori pubblici con condanne in definitivo a più di due anni l'espulsione immediata dalle funzioni. Cosa che sarebbe avvenuta in qualsiasi altro paese. Anzi, in qualsiasi altro paese solo se si fosse sospettati di aver commesso un reato, ci si dimette per non fare perdere credibilità alle istituzioni e al partito... Perché per Berlusconi, condannato in definitiva a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset, si sia dovuto aspettare tutto questo tempo, mentre per circa una trentina tra consiglieri comunali e assessori la legge è stata applicata alla lettera, resta un mistero. Un mistero che si svela se pensiamo alla presenza in Parlamento del M5S di Beppe Grillo. Furono i grillini che, preso atto della condanna di Berlusconi, proposero che la votazione in Senato per decretarne la decadenza avvenisse con voto palese anziché segreto. In tanti, sia a destra che a sinistra, a quella proposta si dissero contrari perché, a loro dire, così facendo, si sarebbe andati contro il regolamento dando l'impressione che si votasse a personam per ledere Silvio Berlusconi. Scusa vana, visto che poi il voto è stato palese come richiesto dal M5S. Secondo molti la reale ragione per cui in molti avrebbero voluto si votasse con scrutino segreto starebbe nel fatto che, occultando il proprio voto, dalle urne c'era la probabilità che la decadenza di Berlusconi sarebbe stata respinta grazie ai voti franchi tiratori della sinistra, in particolare del PD. Un'eventualità che il partito di Epifani deve aver valutato concreta visto che, dopo essersi detto inizialmente contrario al voto palese, ha ceduto alle pressioni della base la quale temeva in una nuova votazione/vergogna come la bocciatura di Prodi al Quirinale avvenuta con oltre cento voti di franchi tiratori del PD. Preso atto dei rischi concreti che c'erano affinché la vergogna si replicasse, il PD s'è schierato sulla linea dei grilli per evitare un'ulteriore debacle di immagine che lo avrebbe praticamente messo al tappeto alle prossime elezioni. La decadenza di Berlusconi ha un solo artefice, il M5S. Tutto il resto sono solo parole al vento!