LA VOCE DI KAYFA

RENZI SEGRETARIO DEL PD, D'ALEMA SI LASCERà ROTTAMARE?


 Poiché fasciarsi la testa prima di rompersela non ha senso, va accolta con il beneficio dell'inventario l'incoronazione di Renzi a nuovo segretario del Pd. Una vittoria schiacciante quella del sindaco di Firenze che con circa il 70% di preferenze, rispetto a poco meno del 19% di Cuperlo e del 13% di Civati, crea non pochi problemi alla vecchia nomenclatura del partito che tutto avrebbe voluto tranne che vincesse lui. Cosa del tutto nota allo stesso neosegretario che non a caso nel suo primo discorso ha ironicamente ammesso che in molti nel partito non avrebbero stappato lo spumante per festeggiare. Tra questi c'è ovviamente Massimo D'Alema il quale non ha mai nascosto le proprie ritrosie e perplessità verso il sindaco. Così come tanti elettori di sinistra che nel sindaco vedono un clone di Berlusconi, un abile comunicatore che sa incantare la massa con le parole servendosi dei toni giusti. Tuttavia, in un momento così delicato per il paese è d'obbligo mettere da parte i preconcetti e, pur non avendo partecipato alle primarie o non avendo votato Renzi, è obbligatorio aspettare i fatti per giudicarlo. Siamo certi che i primi a criticarlo e a metterlo con le spalle al muro se fallisse o si dimostrasse davvero il clone di Berlusconi saranno gli stessi elettori che gli hanno dato fiducia. Una cosa però vorremmo che Renzi e suoi ci spiegassero: com'è possibile che non appena chiusi i seggi, quando ancora non si avevano le proiezioni dei primi scrutini, sul sito del suo comitato elettorale lo si dava vincente con il 70% di preferenze rispetto a Cuperlo e Civati rispettivamente al 18% e 12%, come poi è davvero avvenuto con una leggera variazione di numeri? Solo Berlusconi sarebbe capace di tanto!