LA VOCE DI KAYFA

SULLE DICHIARAZIONI BOMBA DI SCHIAVONE CALA IL SILENZIO DEI MEDIA


 Che l'Italia non fosse, purtroppo, un paese normale lo dimostra il pietoso velo di silenzio steso in maniera bipartisan dai mass media sullo speciale di Servizio Pubblico dedicato al dramma della Terra dei Fuochi, INFERNO ATOMICO, andato in onda domenica sera in prime time su La Sette. Il reportage è una lunga intervista al pentito di camorra Carmine Schiavone il quale, accompagnando il giornalista Sandro Ruotolo nelle terre del casertano in cui sarebbero interrati rifiuti tossici e atomici provenienti da aziende del centro nord, senza peli sulla lingua fa nomi e cognomi di politici e imprenditori responsabili del disastro o collusi con la camorra. In particolare accusa Paolo Berlusconi, fratello dell'ex Premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, di essere stato uno degli amministratori di una delle aziende responsabili dell'avvelenamento il quale, stando a Schiavone, si sarebbe dimesso dall'azienda tre giorni dopo che egli, Schiavone, pentitosi, nel 1993 iniziò a collaborare con la giustizia rivelando lo sversamento di veleni nelle campagne del casertano e del napoletano; accusa di essere colluso con la camorra, definendolo sednza fraintendimenti cutoliano, Luigi Cesaro ex Presidendente della Provincia di Napoli, attualmente deputato di Forza Italia. Dichiarazioni di questo calibro, unitamente alle testimonianze di ex agenti della Guardia di Finanza e di altri ex esponenti di apparati dello stato che, a seguito delle deposizioni di schiavone ai magistrati, iniziarono a indagare su quanto stava avvenendo nella terra dei fuochi ma furono poi costretti a interrompere le investigazioni perché ai piani alti “qualcuno voleva così”, in qualsiasi paese normale avrebbero alzato un tale polverone mediatico costringendo i diretti interessati - politici, imprenditori, enti, istituzioni chiamate in causa dal pentito - a chiarire la propria posizione all'opinione pubblica. Viceversa, a parte qualche breve finestra su alcuni giornali, di quanto è andato in onda domenica sera su La Sette nessuno ne parla. Televisioni e giornali si occupano di Renzi, di Letta, di cosa dirà Napolitano nel suo discorso di fine anno, se quell'allenatore mangerà il panettone. Sulle dichiarazioni di Schiavone tutti tacciono come se si trattasse di chissà quale inezia. Sorge il dubbio che tale silenzio sia determinato dal fatto che molti dei politici tuttora in Parlamento sono complici a vario titolo del disastro che si sta consumando nella terra dei fuochi. Perfino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il quale, all'epoca in cui Schiavone iniziò a collaborare con la giustizia, era Ministro degli interni, dunque non poteva non sapere del disastro che si stava consumando in quelle terre. A meno che tutto ciò avvenisse a sua insaputa?! Buon anno!