LA VOCE DI KAYFA

A.S.D. POZZUOLI MARATHON, UNA SQUADRA DI AMICI


 Smaltita la rabbia per la pessima organizzazione della maratona di Napoli, complice il molto approssimativo sostegno delle istituzioni napoletane che ha determinato l'ennesimo “fallimento” di una manifestazione che da anni fatica a decollare, nella mente prendono forma le immagini di una bellissima giornata di amicizia e di sport trascorsa in compagnia degli amici dell'A.S.D. Pozzuoli Marathon, società di cui mi onoro di appartenere, fortemente voluta dal Presidente Enzo Di Bonito e dal Segretario Gianni Biccari, entrambi maratoneti di chilometrica esperienza. Malgrado molti degli atleti iscritti alla società rasentino la cinquantina o la superino abbondantemente, domenica alla partenza da Lucrino, sembravamo tutti dei fanciullo in preda all'euforia allorché Pasquale Bandiera distribuiva le nuova divisa sociale rosso fuoco opera del genio di Biccari e Artiaco. Mentre le indossavamo, la felicità illuminava i nostri volti più di quanto non facesse il tiepido sole nel cielo terso. Veder un veterano come Lello Artiaco alla sua 15° maratona sbracciarsi per convocarci tutti per la foto di gruppo con le nuove maglie, mi ha riportato indietro nel tempo all'epoca in cui con gli amici del quartiere formavamo una squadra di calcio e andavamo a comprare le magliette che avremmo indossato in campo. Come allora, domenica è stato un momento di indimenticabile euforia, di quelli che restano per sempre nella memoria di un uomo. La testimonianza che anche un evento “amatoriale”, dove è in palio una simbolica medaglia di “latta”, abbia il potere di influire sugli stati d'animo degli uomini erano le diverse espressioni segnate sui nostri volti all'approssimarsi della partenza: Lello si sentiva orgoglioso per la sua sedicesima maratona , altrettanto Gianni per la sua decima; Pasquale era una maschera di adrenalina perché determinato a chiudere la gara entro le 3 ore e 30; Antonio e io, alla nostra prima maratona, ci incoraggiavamo a vicenda dicendoci che l'importante era chiuderla; Nunzio, il capitano, per nulla allenato, mi chiedeva ripetutamente che intenzioni avessi perché voleva correre al mio fianco. Al pari di noi maratoneti, le stesse emozioni si registravano sui volti di quanti invece avrebbero corso la mezza maratona: Enzo Di Bonito e Giovanni Cirillo erano tranquilli essendo la 21 un allenamento in proiezione della maratona di Roma e di Stoccolma; i fratelli Zito fremevano, determinati com'erano a scendere sotto l'ora e quaranta; Lui Di Meo, reduce da un lungo infortunio, sta riprendendo alla grande per tronare a correre la maratona sotto le 3 ore e 10 minuti; Alessandro Spadaro e Paolo Mirata sempre più decisi a raggiungere la forma giusta per cimentarsi anche loro nella maratona. Un gesto di profonda amicizia è stato incoraggiarci mentre ci incrociavamo lungo il percorso. Lo sfiorarci per un attimo le mani al di là delle transenne che delimitavano il campo di gara ha rappresentato uno scambio energetico che per incanto cancellava la fatica infondendo nuova linfa per arrivare alla fine . Ognuno di noi aveva un obiettivo personale da raggiungere che lo accomunava agli altri, cementando indissolubilmente lo spirito di squadra: sconfiggere se stesso e tagliare il traguardo. E quel traguardo l'abbiamo tagliato tutti, nessuno escluso. Forza Pozzuoli Marathon!