LA VOCE DI KAYFA

MEGLIO MATURO CHE ADULTO


Penso che se imparassimo a riflettere sull’esatta natura delle parole che quotidianamente utilizziamo, impegnandoci a penetrarne il senso attraverso lo studio etimologico, forse inizieremo a capire meglio la nostra realtà di uomini. Da tempo sto riflettendo sulla costituzione e sul significato della parola adulto, di cui il Garzanti mi dà le seguenti definizioni: 1 che ha raggiunto un completo sviluppo fisico e psichico; 2 maturato, sviluppato, progredito. La prima cosa che noto è che il vocabolo è composto dalla stessa radice ADUL che origina anche le parole adul-are, adul-terare, adul-terio tutte comprendenti tra i loro svariati significati quello di corruzione, alterazione. Da ciò deduco che avendo questi vocaboli la stessa matrice ne consegue che tutte le parole che iniziano con adul comprendano un simile significato. Ragionando in questi termini, traggo la conclusione che, contrariamente a quanto indicato dal vocabolario, adulto non significa sviluppo, maturazione, bensì alterazione, corruzione! Proviamo a ragionare per analogia, associamo l’uomo a un animale. Qualunque soggetto in fase di maturazione, di sviluppo è subordinato al nutrimento che gli è somministrato e all’ambiente in cui cresce. Il nutrimento, di tipo fisiologico e intellettuale, incide sia sulla formazione fisica sia su quella psicologica del soggetto. Nel caso di un animale feroce cresciuto come se fosse un animale da salotto, nonostante si nutra di carne come qualunque altro animale della sua razza, la sua natura istintiva è notevolmente modificata dall’ambiente in cui vive, dall’educazione che gli è impartita la quale ne smussa, quanto meno, quegli aspetti caratteriali tipici di una belva, rendendolo alquanto adattabile all’ambiente familiare quasi fosse un cane. Al pari l’uomo, man mano che avanza dall’infanzia all’età cosiddetta adulta, acquisisce caratteristiche psico-fisiche inerenti alle influenze dell’ambiente in cui è cresciuto. Come per gli animali, anche per l’uomo dunque l’eredità atavica è relativa rapportata ai condizionamenti cui  è sottoposto nella sua fase di crescita sia in termini fisiologici, sia psicologici. Il raggiungimento dell’età adulta nell’uomo non rappresenta l’effettiva maturazione dell’individuo in quanto le caratteristiche originarie del seme da cui egli deriva si sono sì sviluppate, dando vita alla “pianta” che noi oggi vediamo, ma nel corso dello sviluppo hanno subito tante di quelle influenze dall’ambiente sterno che non bisogna sorprendersi quando ci si trova al cospetto di chi è totalmente diverso per aspetto e, soprattutto, per carattere riguardo al bambino o al ragazzo che era, e alla famiglia d’estrazione. Durante la crescita le sue componenti caratteriali hanno subito un vero e proprio processo di adulterazione. E’ per questo motivo che in psicologia, allorché un soggetto è in analisi, lo si fa raccontare la propria vita andando a ritroso nel tempo per valutare quale delle esperienze vissute durante la crescita ne hanno inconsciamente influenzato in negativo l’animo al punto da fargli perdere la propria identità, entrando in crisi con se stesso e l’ambiente in cui vive.  Il termine adulto non è indice di avvenuta maturazione ma di contaminazione. Da quanto abbiamo evinto, l’individuo adulto ha sviluppato ben poche delle caratteristiche caratteriali che si manifestavano in maniera latente durante la propria infanzia e l’adolescenza. Il suo carattere è una miscellanea derivante delle varie influenze cui è stato soggetto durante l’esistenza.Consapevoli di ciò, sia i genitori, sia gli educatori dovrebbero impegnarsi non solo ad allevare i bambini, ma cercare di comprenderne le reali tendenze caratteriali per svilupparle come si conviene in maniera che, al completamento dello sviluppo psico-fisico, daranno vita non a un adulto ma a una persona matura, il che è ben diverso!