LA VOCE DI KAYFA

POZZUOLI: ENTRI IN FINANZA PAGANDO 25/50 MILA EURO!


 All'indomani dell'anticipazione video su un sito di un giornale locale del servizio che andrà in onda mercoledì sera a LE IENE sulla compravendita a Pozzuoli di posti nell'esercito e nella guardia di finanza in cambio della modica cifra di 25/50 mila euro, che vede, al momento, coinvolti il consigliere comunale in quota PD Ciro Del Giudice, (per questi fatti è stato indotto a dimettersi dalla carica ed è stato radiato dal partito), e un cameriere di un ristorante locale – ma c'è da supporre che quanto scoperto dalle IENE scatenerà un effetto domino e tante altre teste cadranno non solo nel capoluogo flegreo visto che nella vicenda sarebbe coinvolto un maresciallo della finanza e sicuramente altre persone incaricate di "truccare" i test di ammissione... – sembra che i puteolani non si stupiscano dello scandalo. Addirittura in molti, seppure evasivamente, lasciano intendere di essere a conoscenza della vicenda da tempo e di sapere addirittura nomi e cognomi di diversi “acquirenti” di Del Giudice che oggi vestirebbero la gloriosa divisa delle fiamme gialle! Così come in tanti si pongono la domanda se fosse mai possibile che nelle istituzioni locali nessuno sapesse degli intrallazzi dell'ex consigliere visto che perfino le pietre ne sarebbero state a conoscenza. Premesso che tendenzialmente, quando accadono simili vergogne, la gente è portata a sparlare, a puntare il dito contro chiunque le stia sulle scatole semplicemente per il gusto di fare del male, di togliersi più di un sassolino dalle scarpe - per cui ogni denuncia, seppure ufficiosa o velata, va considerata come un becero pettegolezzo e nulla più - quello che dovrebbe indurre a riflettere non è solo il fatto che un consigliere comunale “vendesse” posti di lavoro in cambio di grosse somme di denaro – il reiterarsi di eventi di corruzione e mazzette nel nostro paese, ultimo la tangentopoli di EXPO 2015, è la sintesi di come in Italia il malaffare sia radicato a livello istituzionale a partire dai piani alti di Roma – quanto il fatto che la gente, pur di garantire un futuro ai propri figli, non si faccia scrupoli giungendo a indebitarsi al di là delle proprie possibilità pur di pagare quanto richiesto per un posto di lavoro. Tale atteggiamento, se da un lato è moralmente condannabile e da denuncia penale, dall'altro fa capire quanto bassa sia la considerazione che i cittadini, non solo i puteolani ma gli italiani in generale, hanno nello Stato come garante dei loro diritti al punto da decidere di fare da sé sottostando alla corruzione pur di vedere i propri figli sistemati. Nello stesso tempo questo sistema di “mazzette” spiegherebbe anche perché nelle fila delle forze dell'ordine sono in aumento casi di “mele marce” e di teste calde - pagando una mazzetta può entrare chiunque - un criminale, uno che non ha tutte le rotelle a posto, un ignorantone che a stento sa firmare, persone che se avessero provato a esservi ammesse per regolare concorso sarebbero state scartate perché o non avrebbero superato i test di ammissione o le visite mediche o il colloquio finale con lo psicologo . C'è da sperare che la vicenda puteolana apra finalmente uno squarcio in un sistema corrotto fin nelle ossa e che, alla lunga, la divisa tornino a vestirla solo coloro che realmente la meritano. Nello stesso tempo non si può escludere che essa funga da deterrente scoraggiando altre ipotetiche cariche istituzionali e delle forze dell'ordine, locali e nazionali, coinvolte in simile vicende, inducendole a porre fine ai loro "sporchi" affari alle spalle dei cittadini e dello Stato cui hanno giurato fedeltà! Purtroppo gli scandali relativi agli appalti di EXPO 2015, che stanno riportando il paese indietro nel tempo di vent'anni, all'epoca di tangentopoli, lasciano poco spazio alla speranza. Ma se si perde anche quella che ci resta?    Ma è anche vero che “chi di speranza vive, disperato muore”!