LA VOCE DI KAYFA

IN EUROPA RENZI FA IL CAPPOTTO A GRILLO


 L'inatteso esito delle elezioni europee in Italia dove, a sorpresa, il PD ha praticamente doppiato il M5S, conquistando il 41% dei consensi rispetto a poco più del 20% dei grillini, lascia pochi spazi di discussione. È evidente che in campo comunicativo Renzi, ma non solo lui, è molto più convincente di Grillo e dei suoi rappresentanti se, malgrado Beppe sia apparso ripetutamente in televisione, concedendosi perfino al salotto di Vespa, il risultato è quello che è. Tralasciando la debacle di Berluisconi - FI è poco al di sopra del 16% di preferenze – è indiscutibile che a perdere le europee sia stato il M5S, che pure ha ottenuto quasi sei milioni di voti. Ma circa due in meno rispetto alle passate politiche. Che fine abbia fatto questo paio di milioni di voti, - circa il 4% - non è dato saperlo. Forse è converso verso Renzi o verso la lista di Tsipras che con poco più del 4% di voti, superando la soglia di sbarramento, è entrata in Europa. Sta di fatto che il M5S è andato male. Certo non si tratta di una bocciatura radicale, ma comunque il risultato va al di sotto delle aspettative. Si potrebbe azzardare che l'effetto 80 euro in più in busta paga abbia ripagato Renzi. Ma sarebbe riduttivo. Un aspetto che invece bisognerebbe prendere in seria considerazione è se la “sconfitta” del M5S, perché di sconfitta si tratta!, non debba attribuirsi al suo cronico arroccarsi su posizioni estreme pur di non perdere la “verginità” morale che lo contraddistingue rispetto agli altri partiti. Rifiutando di fare prima il governo con Bersani e poi di collaborare con Renzi. Alimentando in una parte del proprio elettorato la cocente delusione di aver sprecato il voto, costringendolo a dirottare la propria preferenza su altri lidi nella speranza che chi lo ricevesse lo sfruttasse al meglio. Evidentemente in Italia non basta mostrarsi intonsi, spacciarsi per paladini della legalità e della morale politica e sociale, dimezzarsi lo stipendio da parlamentari devolvendo la parte rifiutata in fondi per le piccole imprese e ai terremotati. Gli italiani hanno bisogno di qualcosa di più sostanzioso per votare chi auspica il cambiamento. Gli italiani hanno bisogno di ritrovarsi con qualcosa di più concreto in tasca, tipo 80 euro. E soprattutto di chi non urli ai quattro venti di voler sfasciare tutto, seppure solo per fare “spettacolo”. Bensì si metta lì con calma a spiegare loro cosa esattamente farà carte alla mano, magari con l'ausilio delle slide. Forse offendere l'avversario non rende. Del resto per anni la sinistra ha demonizzato Berlusconi, spianandogli, a detta degli esperti di comunicazione, la strada per Palazzo Chigi perché l'accusare l'altro d'essere il peggio che esiste può suscitare nell'elettorato una reazione contraria a quella auspicata. È giusto che Renzi e suoi gioiscano. Ma stiano attenti, non è escluso che tale successo possa risolversi in una vittoria di Pirro se dal 2015 non ci saranno le coperture per gli 80 euro e se ci sarà il taglio del coniuge a carico che ridurrebbe da 80 a 15 gli euro in busta. Per ora Grillo si lecca le ferite. Ma lui e i suoi non devono mollare per rispetto di quei circa sei milioni di italiani che gli hanno garantito il consenso. Acquisendo la consapevolezza che riempire le piazze di gente non sempre prelude a un successo. La gente può venire a sentirti solo per curiosità o per assistere a uno show gratuitamente. Il popolo lo si "coccola" garantendogli pane (gli 80 euro di Renzi) e circens (i comizi/show di Grillo). Anche se poi, alla fine, essendo la massa propensa a ragionare con la "pancia", soprattutto in periodo di crisi economica come l'attuale, il pane ha la meglio sullo spettacolo!