LA VOCE DI KAYFA

L'ITALIA È CORROTTA, VIVA L'ITALIA!


 L'inchiesta sul sistema corruttivo per gli appalti del Mose di Venezia, che ha portato all'arresto di 35 persone tra cui il sindaco piddino della città lagunare Giorgio Orsoni e che vede la richiesta di arresto per l'ex Ministro e Governatore del Veneto, attuale deputato di FI, Giancarlo Galan, è l'ultimo episodio che svergogna la classe politica e imprenditoriale italiana in maniera bipartisan, dopo quello recente di EXPO 2015. A conferma, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, che in Italia il malaffare non solo non lo si combatte seriamente, ma esso  è ben radicato fin nel midollo di una buona parte di quella classe sociale deputata a guidare e a tutelare la nazione dalla criminalità e dai “furbi”, e che invece non si fa scrupoli di servirsi del potere riconosciutele elettoralmente per fare quasi esclusivamente i personalissimi interessi a scapito di chi dovrebbe rappresentare e difendere, per cui vana è qualsiasi speranza di sconfiggerlo. Ascoltare lamentele da parte di alcuni politici per l'ennesima inchiesta in cui sono inquisiti dei loro colleghi perché, a loro dire, in questo modo i cittadini si allontanano ancora di più dalla politica, lascia interdetti in quanto non si capisce se si tratta di un severo rimprovero verso chi ha approfittato del proprio status privilegiato per arricchirsi o un moto di stizza verso i magistrati rei ai loro sguardi di aver portato a galla altro marcio dopo quello di EXPO 2015 e dunque aver ulteriormente accresciuto il disgusto dell'opinione pubblica verso la politica. Qualunque fosse la ragione di queste esternazioni sibilline, i politici possono stare tranquilli: come hanno dimostrato le recenti elezioni europee, malgrado lo schifo allignante in buona parte della classe politica nazionale, gli italiani sono ben propensi a chiudere entrambi gli occhi, a turarsi allegramente il naso e continuare a votare per chi da decenni si rende responsabile di scandali e corruzione a scapito di chi sbraita dai palchi ma in parlamento è rappresentato da deputati dalla fedina penale intonsa che si battono strenuamente per cercare di chiudere le porte d'accesso alle stanze del potere a corrotti, frodatori, collusi con la mafia, lobbisti. Servirsi del paravento della presunzione d'innocenza, sostenendo che un condannato è innocente fino a quando non subentra il terzo grado di giudizio pronunciato dalla Corte di Cassazione, non basta più in quanto, come testimonia la vicenda Berlusconi, nel momento in cui un politico è condannato in definitiva, lui e il suo “cerchio magico” non si preoccupano di stravolgere l'ordinamento costituzionale e giuridico del paese sostenendo che dopo il terzo grado di giudizio bisogna attendere quello del tribunale per i diritti dell'uomo cui faranno ricorso per l'ingiusta condanna subita... Se a ciò aggiungiamo che un Premier non s'è fatto scrupoli di fare un patto con un pregiudicato per frode fiscale allo Stato al fine di concordare le riforme costituzionali di cui abbisogna il paese e che si sono condonati ai gestori delle slot machine ben 95 miliardi di evasione fiscali, riducendoli a una multa di poco più di 600 milioni di euro, ci si stupisce se in Italia la corruzione è di casa e se gli italiani, nonostante ciò, non si preoccupano di votare per chi ha grosse macchie sulla coscienza purché li si ripaghi con 80 euro al mese? Fa niente se poi questi soldi se li riprenderanno con gli interessi sotto forma di tasse e tagli ai servizi da erogare ai cittadini. Da sempre noi italiani siamo amanti delle illusioni, non a caso siamo un popolo di poeti e naviganti. L'Italia è corrotta, viva l'Italia!