LA VOCE DI KAYFA

RENZI, "I LADRI A CASA"!... E BERLUSCONI ALLORA DOVE?


 Commentando la vicenda del MOSE di Venezia che vede indagati per corruzione a vario titolo politici di tutti gli schieramenti, il Premier Renzi ha detto che “i ladri vanno mandati a casa”. A parte il fatto che in un paese normale, ma l'Italia purtroppo non lo è, i ladri li mandano in galera non certo a casa - a meno che non li assegnino agli arresti domiciliari -, se davvero i ladri vanno cacciati dalle istituzioni e da ogni forma di ente pubblico, come Renzi giustamente sostiene, il Premier deve spiegarci come può, in base a questo sacrosanto ragionamento, avere scelto come referente politico Berlusconi per quanto concerne le riforme da farsi per migliorare il paese. Berlusconi è stato condannato in definitiva per frode fiscale a quattro anni di carcere più l'interdizione per due anni dai pubblici uffici ed ha in corso altri procedimenti penali. Un frodatore fiscale è a tutti gli effetti un ladro in quanto sottrae allo Stato quanto gli dovrebbe corrispondere in tasse servendosi di svariati escamotage per evadere il fisco. In questo modo, privando lo Stato dei tributi che gli competono, mette lo Stato nella condizione di aumentare l'onere fiscale e tagliare la spesa pubblica, riducendo i servizi che devolverebbe ai cittadini se incamerasse quanto dovuto come tributi. Dunque un frodatore è due volte ladro perché, oltre a rubare allo Stato inteso come Istituzione, ruba anche ai suoi concittadini in quanto, evadendo, li costringe a subire la reazione dello Stato sotto forma di aggravi fiscali e tagli alla spesa pubblica. Come può Renzi, dopo questa impeccabile affermazione, continuare a dialogare con Berlusconi visto che, come egli ha dichiarato, i “ladri vanno mandati a casa”? Possibile che Renzi nel profferire queste parole non abbia riflettuto prima di parlare? Oppure ai suoi occhi Berlusconi non è un ladro bensì una vittima del sistema?