LA VOCE DI KAYFA

IL M5S ESPUGNA LIVORNO, PER IL PD È L'INIZIO DELLA FINE?


 Molto probabilmente, anzi sicuramente, non significherà nulla il fatto che dopo oltre settant'anni di dominio assoluto del PCI/DS/PDS/PD, a Livorno, patria del comunismo italiano, al ballottaggio per l'elezione del sindaco, pur partendo con un vantaggio di oltre il doppio di percentuale rispetto all'antagonista, il candidato del PD Marco Ruggieri sia stato sconfitto da quello del M5S Filippo Nogarin che al primo turno, l'election day in cui si votava sia per le europee che per le amministrative, s'era fermato al 19% di preferenze. Una batosta non da poco per un partito che si offende al di là di ogni logica misura se qualcun altro che non appartenga alla sua estrazione politica si autoproclami erede di Berlinguer o lo citi soltanto ad esempio. L'inopinata sconfitta al ballottaggio del candidato del PD a Livorno tanto può significare semplicemente che una grossa fetta degli elettori presenti al primo turno s'è astenuta preferendo al voto l'andare al mare, consentendo in questo modo un'insperata rimonta del M5S; tanto potrebbe essere il sintomo della crescente disaffezione che Renzi riscuote in una buona fetta di quell'elettorato di sinistra legato ancora a icone come Gramsci e Berlinguer. Non certo quelli che fino a “ieri” votavano Democrazia Cristiana, quindi Forza Italia e ora scoprono in Renzi il proprio punto di riferimento intellettuale e politico. Oggi che il PD è sempre più un coacervo di identità politiche indefinibili, dove è praticamente impossibile distinguere la sinistra dal centrodestra moderato; il cui Segretario ha una storia politica alle spalle marcatamente democristiana, non certo comunista o comunque di sinistra, per quanto il 40% di preferenze alle europee abbia giustamente esaltato gli animi di Renzi e dei suoi, uomini e donne, la disfatta livornese è il segnale che un conto sono le elezioni europee, un altro quelle nazionali o comunque locali. Se a questo aggiungiamo le aspre critiche di Cacciari al PD nazionale attribuendogli la totale responsabilità dello scandalo MOSE, assolvendo in pieno il PD locale, è evidente che nel PD di Renzi c'è qualcosa che non va a genio né a una buona fetta di elettorato di sinistra né agli ex comunisti veri che ne hanno fatto la storia credendo nell'ideale. È sicuramente prematuro parlare di rimonta del M5S sul PD, dopo la disfatta grillina alle europee. Ma certo il susseguirsi di scandali che smascherano quanto corrotta sia la politica italiana, in cui i rappresentanti del PD ne escono tutt'altro che intonsi, potrebbe risolversi in un elemento di rilancio del M5S verso una vittoria alle prossima elezioni politiche. Premesso che il PD e FI, unitamente al NCD e alla LEGA, non facciano di tutto per far proseguire ad ogni costo l'attuale legislatura fino alla sua scadenza naturale del 2018 nel tentativo di inventarsi nel frattempo qualcosa per arginare la marea grillina.Magari combattere per davvero la corruzione: sospendere dal Parlamento i politici inquisiti; mandare in galera senza se e senza ma quelli colpevoli; elimanare per gli  uni e gli altri ogni beneficio economico, nell'attesa delle sentenze; interdire a vita da ogni incarico politico e istituzionale i politici corrotti; interdire da ogni gara di appalto pubblico e privato le imprese corruttrici. Far sì che finalmente anche in Italia la legalità si affermi sulla disonestà affinché una persona onesta non si vergogni a esserlo sentendosi un fesso!