LA VOCE DI KAYFA

F35, LA PROVA DEL 9 PER LA CREDIBILITA' DEL GOVERNO RENZI


 Ora che il Pentagono ha bloccato i voli degli F35 – quelli per i quali il governo Monti, proprio quello del rigore e dell’equità ma solo per i cittadini normali!, confermò l’acquisto per un totale di 15 miliardi di euro, addebitando la decisione ai governi precedenti dando l’impressione di voler lavarsene le mani – per una serie di incidenti tecnici di cui al momento non si  conosce la natura, torna prepotente la domanda se fosse il caso che l’Italia tenga fede agli impegni economici presi in passato e li acquisti comunque, seppure in numero ridotto rispetto a quanto originariamente preventivato. Da un governo decisionista come quello di Renzi, impegnato a trovare in ogni modo di risparmiare per far quadrare i conti pubblici senza guardare in faccia a niente e a nessuno – si ventila addirittura la possibilità di ridurre a quattro anni gli attuali cinque di liceo; aumentare i giorni di scuola da 208 a 230; prolungare l’orario scolastico fino alle 22; far fare le supplenze agli stessi insegnanti di ruolo nell’ambito dell’istituto in cui insegnano senza ricorrere all’utilizzo dei precari precarizzandoli ulteriormente – ci si aspetterebbe una presa di posizione contraria all’acquisto di un prodotto che non dà garanzie. E in effetti, proprio in virtù degli ultimi sviluppi americani, pare che al momento l’acquisto dei famigerati F35 sia congelato in attesa di conoscere l’esito dei test tecnici per capire le cause che hanno provocato i disservizi. Tuttavia le speranze che il governo annulli la commessa è un’utopia. Sappiamo bene che a livello internazionale, checché ne di dica Renzi nel suo ottimistico trasporto caratteriale, l’Italia conta ben poco. La conferma di questa umiliante realtà viene proprio dal modo con cui l’Europa ha colto il discorso di insediamento alla presidenza dell’UE del nostro premier: mentre Renzi, con l’avallo della stampa e delle televisioni politicamente schierate, si vanta di aver bacchettato la Germania e l’UE ponendo le condizioni che l’Italia e altri paesi in difficoltà possano sforare il patto di stabilità, in ambito europeo da Jens Weidmann presidente della Bundesbank a José Manuel Barroso, presidente uscente della Cmmissione europea, si esclude tale possibilità affermando che “i patti vanno rispettati”. Su questa scia di rispetto dei patti è ipotizzabile che mai e poi l’Italia rinuncerà all’acquisto degli F35. E quindi non appena la Lockheed Martin Corp., produttrice degli F35, farà sapere di aver individuato e risolto le cause del difetto che hanno indotto il Pentangono a fermare gli F35, c’è da giurare che il governo italiano ne avallerà l’acquisto e magari ne comprerà più di quanti preventivati perché oramai sicuri. Farà niente se gli USA se ne disfaranno per tutelare la sicurezza dei propri piloti. Noi siamo italiani, non americani!