LA VOCE DI KAYFA

SELECAO SCONFITTA, IN BRASILE SI RISCOPRONO LE CREPE SOCIALI


 Molto probabilmente, anzi sicuramente, in futuro il Brasile vincerà altri titoli mondiali di calcio. Ma difficilmente oserà organizzare un altro mondiale in casa con la presuntuosa certezza di conquistare il titolo mondiale per esorcizzare lo spettro del 1950, quando perse la sua prima finale al Maracanà contro l'Uruguay per 2 a 1 e il paese cadde nella disperazione più assoluta cui seguirono violenze e suicidi. Su sette finali disputate il Brasile ne ha vinte cinque: 1958 in Svezia; 1962 in Cile; 1970 in Messico; 1994 negli USA; 2002 in Corea del Sud/Giappone. Ne ha perse due: 1950 in Brasile; 1998 in Francia. Ieri, dopo la disfatta in semifinale contro la Germania persa con un perentorio e umiliante 7 a 1 che rimarrà per sempre nella storia del calcio, il Brasile ha avuto la certezza che giocare i mondiali in casa gli porta male. Certo, nel 50 arrivò in finale e in questa edizione in semifinale. Piazzamenti non da poco per una qualsiasi altra squadra. Ma qui stiamo parlando del Brasile, una nazione ricca di contraddizione sociali dove gli unici momenti di aggregazione collettiva in cui le diversità sociali spariscono per incanto sono il Carnevale e il calcio appunto. In particolare il tifo per la nazionale. Che questa seconda edizione dei mondiali brasiliani per il Brasile nazione non nascesse sotto una buona stella lo confermavano le ripetute manifestazioni di piazza svoltesi poco prima che i mondiali partissero, messe in atto dai meno abbienti, ossia la maggioranza della popolazione, e da molti lavoratori pubblici che vivono con uno stipendio da fame, per protestare contro le spese folli del governo per organizzare il mondiale quando con quegli stessi soldi si sarebbero potute ovviare a tante tristi realtà sociali del Brasile d'oggi. Probabilmente se la selecao avesse vinto il mondiale la festa che ne sarebbe conseguita avrebbe spento il malcontento dell'opinione pubblica contro il governo, calmando per un po' le acque. Viceversa, ora che la nazionale Brasiliana è stata frantumata dalla Germania nemmeno fosse una squadretta da quattro soldi, è probabile che la proteste sociali riprenderanno più intense e veementi di prima. Anche perché sarà difficile giustificare come si possono spendere milioni di dollari per costruire stadi avveniristici, pagare uno stipendio multimilionario a un allenatore, Scolari, perché vinca il mondiale, trascurando le difficili realtà di vita della stragrande maggioranza dei cittadini. Già ieri sera, subito dopo la disfatta con la Germania, in alcune città brasiliane ci sono stati saccheggi nei negozi, tafferugli, feriti e arresti. Immaginarsi cosa potrà accadere a mondiale finito quando, una volta andate vie le delegazioni straniere e le ultime squadre, le forze dell'ordine allenteranno lo stato d'assedio in cui tuttora cingono le città del mondiale per garantire il regolare svolgimento della manifestazione. Il postmondiale si prospetta nero per il Brasile. La rabbia dei poveri delle favelas e di chi soffre le ingiustizia sociali, fino a ieri sopita dalla speranza di esultare per la vittoria della selecao, esploderà senza freni e metterà il paese a soqquadro vanificando l'intento di chi credeva che vincendo il mondiale si sarebbe assoggettata la massa a mò di pecorelle. Il tempo che la coppa lasci il Brasile e il Brasile diverrà una polveriera sociale. C'è da scommetetre che mai più il Brasile si candiderà per organizzare un mondiale di calcio. Farlo gli porta sfortuna, non solo a livello sportivo!