LA VOCE DI KAYFA

RENZI, RIFORME ALL'OMBRA DI BERLUSCONI


 Se invece di arroccarsi nei palazzi del potere per decidere autonomamente le riforme d'apportare alla Costituzione senza interpellare i cittadini o dare ascolto a giuristi di riconosciuta fama, bensì accordarsi con un pregiudicato per frode fiscale con un bel po' di processi in corso tra cui uno per prostituzione minorile in cui è stato già condannato in primo grado, Renzi e i suoi fedelissimi si mischiassero discretamente alla gente comune per saggiarne gli umori rispetto al governo che presiedono e al suo operato, rimarrebbero profondamente delusi. Da quando si è insediato a Palazzo Chigi con una vera e propria pugnalata alle spalle al suo predecessore Enrico Letta, a tutt'oggi l'ex sindaco di Firenze ha promesso mari e monti – ad esempio una riforma al mese – di cui le tracce si sbiadiscono man mano che il tempo scorre. È vero, molti italiani a fine maggio hanno trovato in busta paga 80 euro in più che, a detta del Premier, avrebbero rilanciato l'economia. Mentre a detta dei suoi avversari e detrattori erano una sorta di voto di scambio in vista delle imminenti elezioni europee, causa del 40% di preferenze raccolte dal PD al voto doppiando il M5S fermo poco oltre il 20%. Contrariamente agli auspici renziani, l'economia è al di là dal ripartire mentre, anziché diminuire, la disoccupazione aumenta. Nonostante questa preoccupante realtà, stigmatizzata perfino dal Presidente Napolitano il quale in ripetuti appelli ha invitato il governo e il Parlamento a fare di più soprattutto per il futuro dei giovani, al momento Renzi e suoi danno l'impressione di preoccuparsi più della forma che non della sostanza, come dimostra la vicenda Mogherini - il Ministro degli esteri italiani sarebbe candidato al ruolo di Alto Rappresentante della politica estera e della sicurezza dell'Ue malgrado finanche gli americani non la vedrebbereo di buon occhio in quel ruolo non avendo competenze in merito. E che dire degli articoli del Finacial Time dell' Econimist e del Wall Streett in cui si stroncano Renzi e i suoi ministri tacciandoli di dilettentatismo, improvvisazione o inesperienza? Si tratta degli stessi giornali stranieri che quando criticavano o ironizzavano su Berlusconi e l'operato dei suoi governi erano presi ad esempio dall'allora opposizione, attuale maggioranza, per dimostrare quanto il cavaliere fosse inadeguato a governare e un male per il paese, dunque sarebbe stato meglio se si dimettesse. Oggi quegli stessi giornali, solo perché criticano Renzi e i suoi ministri, sono accusati di disfattismo ingiustificato da chi all'epoca li prendeva come Vangelo!     Dal canto loro i grossi quotidiani italiani, da sempre filogovernativi, appoggiano incondizionatamente Renzi seppure in più di un autorevole editoriale qualche frecciatina al Premier e a i suoi ministri viene lanciata. Del resto, per quanto uno finga di non voler vedere l realtà, finora Renzi ha lanciato proclami a valanga. Di fatti, almeno per ora, nemmeno l'ombra se non quella di Berlusconi con cui il Premier va di comune accordo nemmeno fossero dello stesso partito!