LA VOCE DI KAYFA

AI SINDACATI RENZI NON LE MANDA A DIRE


 Pur non nutrendo, politicamente parlando, alcuna simpatia né stima e fiducia in Matteo Renzi, gli riconosco una capacità comunicativa superiore a quella che, sino al suo avvento nell’empireo della politica nazionale, sembrava esclusiva di Silvio Berlusconi.Da che Renzi, dopo essere stato eletto alle primarie Segretario del PD, si è insediato alla guida del paese defenestrando con un colpo di mano degno del miglior filibustiere Enrico Letta, di annunci, alcuni nel miglior stile berlusconiano, all’ex sindaco di Firenze gliene abbiamo sentiti fare tanti. Famoso rimarrà quello in cui garantiva che il governo avrebbe fatto una riforma al mese a partire da febbraio.Senza contare  che in tanti, in primis illustri rappresentanti del PD, avevano storto visibilmente il naso allorché il neo Segretario, una volta insediatosi  a Palazzo Chigi, aveva aperto le porte del Nazareno al nemico giurato Silvio Berlusconi per concordare insieme le riforme Costituzionali. Non importava che Berlusconi fosse plurinquisito e pregiudicato per via della condanna in definitiva nel processo Mediaset per frode fiscale con interdizione dai pubblici uffici.Ieri il Premier ha dato una lezione di comunicazione rispondendo in un videomessaggio ai sindacati che lo accusano di voler stracciare lo statuto dei lavoratori, abolendo per i neoassunti l’articolo 18 che li tutela da angherie  e da licenziamenti ingiustificati. Alla Camusso, leader della CGIL, che lo paragonava alla Thatcher che negli anni ottanta alla guida del governo inglese fece muro contro muro con i sindacati imponendo misure liberiste per risollevare le sorti economiche di un Inghilterra a pezzi , Renzi ha risposto accusando i sindacati di avere per anni solo difeso le ideologie anziché i lavoratori, diversamente non si spiegherebbero le migliaia di precari che affollano il mondo del lavoro italiano?! Come dargli torto?...E mentre qualcuno fa giustamente osservare che le politiche economiche della Thatcher diedero i loro frutti visto i tanti giovani italiani che oggi emigrano in Inghilterra per lavorare, anche solo per fare i lavapiatti, Pierluigi Bersani, uno dei leader del Pd, minaccia di fare le barricate in Parlamento per arginare le riforme sul lavoro previste dal governo diretto dal suo stesso leader. Alimentando più di un dubbio che la sua sia più una mossa opportunista finalizzata a levarsi qualche pietra dalle scarpe nei confronti di Renzi da sempre inviso alla vecchia nomenclatura del Pd per via della sua politica di rottamazione all’interno del partito: via i vecchi volti, spazio ai giovani!Purtroppo visto che il referente politico di Renzi per riformare il paese è il quasi ottuagenario Berlusconi che da oltre vent’anni fa il buono e cattivo tempo nella politica nazionale, sorge il dubbio che la rottamazione renziana fosse indirizzata a far “fuori” dal Pd chi remasse contro il Segretario giustificando la presa di posizione di Bersani.Tanti sono i lati oscuri che si scorgono in questo momento di crisi nella politica italiana. Speriamo di schiarirli quanto prima senza pagare l’ulteriore scotto in termini di tasse e tagli alla spesa pubblica che renderanno sempre più difficile la vita alla stragrande maggioranza dei cittadini.A parte i famosi 80 euro che in molti si sono ritrovati in busta paga poco prima di andare a votare per le europee,  dove il Pd di Renzi ha preso il 40,8% di preferenze doppiando il M5S secondo partito, facendo sorgere il sospetto che con quei soldi il Premier si fosse “comprato” gli elettori, finora da Renzi abbiamo ascoltato un fiume di parole cui non sono corrisposti i fatti!Speriamo che lo scontro aperto con i sindacati sia l’inizio di una politica di azioni concrete a favore di tutti e non dei soliti noti!