LA VOCE DI KAYFA

IS: SE L'ITALIA TREMA MALTA DOVREBBE EVACUARE?


La minaccia dell'IS, il cui esercito di taglia gole ha occupato Tripoli in Libia, di arrivare a Roma capitale della cristianità rappresenta, purtroppo, una triste realtà. Soprattutto se si pensa che dalle sponde libiche ci separa un braccio di mare di circa 450 km. Un'inezia in chiave geopolitica.Tuttavia ciò che più preoccupa l'opinione pubblica è l'evidente inadeguatezza del governo Renzi nel gestire la crisi: prima il Premier e il Ministro degli esteri Gentiloni parlano apertamente di Italia pronta a combattere, mentre il Ministro della Difesa Pinotti dichiara che 5 mila militari sono già disponibili per andare in Libia.Successivamente, forse in virtù di più miti consigli sopraggiunti da “terzi”, leggi Prodi ma non solo, turbo-Renzi assume un insolito atteggiamento riflessivo. Riponendo, almeno per ora, le smanie belliche, confidando nelle decisioni dell'ONU. Magari sperando che nel frattempo l'aviazione egiziana, lavatasi in volo per bombardare le postazioni dell'IS in Libia quale ritorsione per lo sgozzamento di 21 egiziani-copti da parte dei boia dello stato islamico, riduca al lumicino, se non addirittura annienti del tutto, la presenza dell'IS in Libia.Nell'attesa di conoscere lo sviluppo degli eventi bellici e diplomatici in corso, una domanda ci sovviene: se Pantelleria, che è l'estremo avamposto dell'Italia nel mediterraneo, potrebbe essere oggetto di bersaglio da parte di missili lanciati dall'Is dalla Libia, ancor di più potrebbe esserlo Malta essendo l'estremo avamposto europeo nel mediterraneo, situata esattamente tra Italia e Libia. A riguardo sarebbe interessante conoscere cosa sta avvenendo in queste ore convulse sull'isola; se la gente e il governo maltese sono altrettanto in fibrillazione quanto lo siamo in Italia oppure se la minaccia Is li preoccupa ma senza creare allarmismi come invece sta succedendo qui da noi.Sovviene il dubbio che l'Is spaventi l'Italia non tanto per ipotetici attacchi missilistici cui potrebbe sottoporre il nostro paese ma perché, contrariamente a La Valletta, capitale di Malta, che ha quasi sempre respinto i barconi con i profughi, costringendoli a dirigersi verso le nostre coste, noi abbiamo soccorso e accolto barconi e naufraghi senza preoccuparci di attuare adeguate misure di pubblica sicurezza al fine di censire seriamente quanti sbarcassero sulle nostre coste per attuare controlli atti a determinare se tra quei disperati vi fossero anche criminali o terroristi.Come insegna l'inchiesta Mafia Capitale, sulla gestione dei profughi sbarcati a Lampedusae s'era costituita una vera e propria organizzazione criminale politico/mafiosa che vi speculava, arricchendosi, accatastandoli nei centri di raccolta peggio delle bestie in quanto più se ne “stipavano” più soldi arrivavano dal governo e dall'Europa alle organizzazioni presiedute da questi "signori" che gestivano l'emergenza profughi!Ultimamente il Ministro degli Interni Alfano non ha escluso che dai barconi non possano essere sbarcati anche terroristi o comunque che qualcuno dei profughi non possa essersi affiliato a qualche cellula terrorista dormiente sul nostro territorio pronta a colpire in Italia non appena il mullah di trunolo richiedesse.Possibile che in nome del  “vile” dio denaro in Italia ci siamo coltivati una serpe nel seno e ora non sappiamo come uscirne tanto da non sapere se temere più una minaccia terroristica proveniente dalle coste libiche oppure quella infida che potrebbe essersi radicata e nascosta in tutti questi anni sul nostro territorio cui abbiamo inconsapevolmente contribuito a proliferare in nome della tolleranza, dell'accoglienza? Ma soprattutto per via dell'ingordigia di qualche politico che non si è fatto scrupoli di vestire per anni i panni del negriero pur di accrescere il proprio conto in banca, magari in Svizzera o in qualche altro paradiso fiscale?