LA VOCE DI KAYFA

LO SCIOPERO È LA VOCE DEI LAVORATORI


Scioperare è un diritto inalienabile dei lavoratori e, seppure dal 1990 l’articolo  40 della Costituzione ne stabilisce tempi e modi in cui deve svolgersi con la legge 146, porvi dei limiti affinché non arrechi danni all’utenza equivale a snaturarne l’essenza in quanto la sua finalizzazione è quella di produrre “danni” alla produttività aziendale e al pubblico al fine di indurre il datore di lavoro a sedersi al tavolo con i dipendenti per ascoltare le cause delle loro rimostranze e trovarvi la soluzione.Dunque regolamentare lo sciopero mediante la legge per garantire un minimo di servizi indispensabili all’utenza snatura l’idea originale che lo partorì. Minacciare addirittura di licenziamento chi ha forzato la legge, come sta facendo il sindaco di Roma Marino riferendosi a quanti venerdì hanno aderito allo sciopero dei mezzi pubblici, in particolare della metropolitana,  bloccando prima del tempo i trasporti senza rispettare le fasce di garanzia, significa non avere ben chiara l’idea di cosa significa scioperare, pur esistendo una norma che disciplina tale diritto dei lavoratori.Se un gruppo di lavoratori ha delle esigenze di cui l’azienda non tiene conto, benché in incontri precedenti la stessa si fosse mostrata disposta a prenderle in considerazione, magari solo al fine di sventarlo o far sì che lo sciopero si interrompesse, è normale che quegli stessi lavoratori, successivamente, adottino forme di protesta estreme per far sì che la propria voce venga ascoltata da chi di dovere, anche a costo di inimicarsi i cittadini che dalla loro protesta subiscono disagi.Se creare disservizi all’utenza è l’unico modo che una categoria di lavoratori ha per sperare che l'autorità prenda in considerazione le proprie contestazioni, è incomprensibile che il sindaco Marino che il Ministro per le Infrastrutture Del Rio minaccino provvedimenti estremi nei confronti degli scioperanti.Sarebbe più giusto che il Ministro e il Sindaco si rivolgessero alle aziende per le quali i protestanti lavorano per capire se il motivo dell'agitazione è determinato da condizioni di lavoro insostenibili o da salari inferiori alle effettive competenze.Che senso ha tirare in ballo l’EXPO e il Giubileo, come fa oggi Del Rio in un’intervista al Corriere, auspicando  che le proteste e gli scioperi si fermino per non arrecare danno a questi due eventi? Ci si dimentica che proprio in concomitanza con i mondiali di calcio in Brasile in quel paese si acuirono le manifestazioni di lavoratori sotto pagati e sfruttati per far sentire e conoscere al mondo intero le proprie condizioni di disagio e precarietà? Mica il governo italiano ha intenzione di intervenire con i carri armati per sedare le proteste, se esse si dovessero svolgere durante l'EXPO e il Giubileo, come avvenne in Brasile?Che senso ha pretendere di dare ad ogni costo un’immagine idilliaca del Paese al fine di tutelare unicamente la buona riuscita di due eventi di caratura mondiale che catalizzeranno milioni di turisti e di euro nel nostro paese, quando le condizioni di molte categorie di lavoratori che dovranno garantirne i pubblici servizi, e non solo le loro, sono sempre più insostenibili?Per il 5 maggio è stato proclamato lo sciopero generale della scuola per protestare contro la riforma varata dal governo Renzi.  Per il momento non giunge alcuna voce che il Ministro Stefania Giannini abbia intenzione di precettare gli insegnanti e i professori incazzati neri contro una riforma - a loro detta iniqua perché aumenterebbe il precariato anziché combatterlo - forse perché il blocco della scuola non produce alcun danno in termini economici; bensì paradossalmente arreca benefici all'erario pubblico in quanto quella giornata lavorativa sarà decurtata dallo stipendio di milioni di insegnanti e operatori scolastici rimpinguando  le casse pubbliche?Lo sciopero è la voce dei lavoratori. Se chi dovrebbe ascoltarla fa orecchie da mercante, è ovvio che, per sentire, la voce  si “alza” di volume e di tono!