LA VOCE DI KAYFA

PD: POVERI DESTITUITI


Vi immaginate che casino sarebbe scoppiato se a cambiare in Commissione Affari Costituzionale della Camera 10 sui membri del partito, perché contrari a votare la riforma elettorale presentata dal governo presieduto dal proprio leader di partito, non fosse stato il PD ma il M5S?Avremmo assistito a un'infinita passerella televisiva di ministri, deputati e deputate della maggioranza nonché di giornalisti e personaggi pubblici filogovernativi che avrebbero unanimemente stigmatizzato come fascista l'atteggiamento dei vertici del M5S, invitando gli elettori a tenerne conto.Poiché a farlo è invece Renzi, in pochi si scandalizzano e hanno il coraggio di dire apertamente le cose come stanno.Per quanto riguarda i “trombati” a tempo - la sostituzione in commissione dovrebbe durare giusto dieci giorni, il tempo che passi la riforma e poi tutti di nuovo al proprio posto – pur affermando che la sostituzione è un fatto grave, al momento non giunge voce che, se Renzi decidesse di porre la fiducia per il passaggio dell'Italicum, qualcuno degli attuali “panchinari” voterebbe contro il governo.Se lo facessero non solo significherebbe fine del governo Renzi ma, soprattutto, fine della loro storia parlamentare, almeno nel PD, perché difficilmente alle prossime elezioni Renzi li ricandiderebbe.E allora cosa accadrà? Alla fine Bersani - tra i dieci destituiti a tempo insieme Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfreddo D'Attore, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberto Agostini e Marco Meloni – digerirà l'ennesimo boccone amaro offertogli da Renzi e, a "difesa della ditta", anche questa volta, dopo aver urlato “al lupo, al lupo”, rientrerà nei ranghi ubbidendo al capo? Oppure tirerà dritto per la sua strada che lo allontana sempre più dal PD renziano, soprattutto ora che non è stato invitato alla festa dell'Unità che si terrà a Bologna dal 21 aprile al 3 maggio, così come non sono stati invitati né Cuperlo né Civati aperti oppositori di Renzi?Nell'attesa di conoscere gli sviluppi di questa ennesima grottesca vicenda targata PD, gradiremmo che i deputati del PD, i giornalisti filogovernativi e i sostenitori del PD la smettessero di attaccare il M5S accusando i leader del movimento di dispotismo e i parlamentari di subalternità a Grillo e c.È evidente anche ai ciechi che è nel PD ad essere a rischio la democrazia, non certo nel M5S!