LA VOCE DI KAYFA

IL FATTO-L'ESPRESSO, DUE PESI DUE MISURE


  C'è qualcosa che non mi convince per come la politica sta reagendo alle intercettazioni telefoniche pubblicate in questi giorni da Il Fatto Quotidiano tra Renzi e il generale della guardia di finanza Adinolfi in cui si critica l'operato di Letta Premier, definendolo un incapace, e si lascia intendere che il Presidente Napolitano sia ricattabile per via di alcune situazioni inerenti il figlio Giulio; e quelle pubblicate oggi da L'Espresso in cui Matteo Tutino, amico e medico del Presidente della regione Sicilia Crocetta, parlando dell'assessore alla sanità Lucia Borsellino, poi dimessasi, figlia del giudice Paolo assassinato dalla mafia, direbbe "Va fatta fuori fuori come il padre"!Per le prime il mondo politico, governo in testa, accusa Il Fatto di averle pubblicate arbitrariamente, annunciando l'insediamento di una commissione di inchiesta per scoprire chi abbia indebitamente permesso ai giornalisti l'accesso alle intercettazioni, malgrado le stesse fanno parte degli atti depositati del processo CPL Concordia e dunque possono essere per legge divulgate. Mentre per quelle riguardanti L'Espresso, governo, istituzioni, maggioranza e opposizioni nemmeno per un momento ne hanno messo in discussione la pubblicazione, malgrado la Procura abbia assicurato che non esistono mentre il giornale dichiara che sono secretate, facendo un fronte comune di solidarietà verso la Borsellino. Per quale motivo Il Fatto è attaccato per aver pubblicato atti di dominio pubblico mentre verso L'Espresso nessun "ammonimento" ma solo la giusta e condivisibile solidarietà alla Borsellino prima ancora di appurare se le intercettazioni effettivamente esistono, sconfessando palesemente la Procura e dando a priori ragione al giornale?