LA VOCE DI KAYFA

MARINO-RENZI, LA GUERRA DEGLI SCONTRINI


Non appena eletti per la prima volta in Parlamento alle politiche del 2013, i rappresentanti politici del M5S si distinsero non solo per il taglio dei loro stipendi da deputati ma anche per la periodica, ma costante, rendicontazione on line delle loro spese da deputati attraverso la pubblicazione in rete degli scontrini attirandosi addosso il sarcasmo e le critiche di molti politici di vecchio stampo e dei loro “servi” mediatici che non perdevano l'occasione, pur di sminuire la vittoria elettorale del M5S, di ritornare su quell'aspetto sostenendo che la politica è fatta di fatti e non di scontrini!Le dimissioni di Ignazio Marino da Sindaco di Roma a seguito di una serie di scontrini fiscali resi pubblici dallo stesso per dimostrare la propria onestà. E che invece gli si sono ripercorsi contro in quanto più di un ristoratore del locale di cui lo scontrino a margine ha smentito che si trattasse di un pranzo o di una cena di lavoro, bensì di un consesso familiare, dimostra invece come in politica servano anche gli scontrini fiscali per far fuori un avversario politico o, nel caso di Marino, un indesiderato dal proprio partito.Peccato che lo stesso irriducibile trattamento il PD non lo stia attuando nei riguardi del proprio Segretario/Premier Matteo Renzi le cui note spese relative agli anni in cui ha ricoperto prima il ruolo di Presidente della Provincia di Firenze e poi quello di sindaco del capoluogo toscano, sono all'attenzione della Corte dei Conti in quanto non convincono.Si tenga presente che Marino avrebbe speso in due anni 20 mila euro di pranzi; Renzi nel suo duplice mandato 600 mila, praticamente trenta volte quanto il sindaco dimissionario. E nonostante ciò Marino è stato costretto a dimettersi, Renzi continua a essere il leader incontrastato di un partito che di sinistra ha ormai solo il simbolo (?).Se la legge è uguale per tutti, sarebbe il caso che anche il Premier quanto meno specificasse le spese una per una,  come ha cercato di fare Marino, venendo poi clamorosamente smentito dai ristoratori. Altrettanto Renzi è stato smentito dal proprietario di un famoso e costoso ristorante fiorentino dove sovente si recava a mangiare quando era sindaco. Eppure mentre Marino per le sue “bugie” sbugiardate è stato impallinato e fatto fuori, Renzi continua inesorabilmente a governare l'Italia con l'ausilio di Verdini lasciando agli scontrini il tempo che trovano.Quelli servivano solo per far fuori Marino e ridicolizzare il M5S!Ossia a far fuori chiunque fosse stato eletto con regolare mandato popolare.Per far politicamemte "fuori" chi  invece ai posti di comando ci si è messo da sé, pugnalando alle spalle il proprio predecessore e fregandosene del mandato popolare, ci vuole ben altro.In quest'ultimo caso gli scontrini servono solo a pulirsi il c...!