LA VOCE DI KAYFA

A QUARTO È IN GIOCO IL FUTURO DEL M5S


Personalmente ritengo che il Sindaco di Quarto Rosa Capuozzo farebbe bene a dimettersi. O quanto meno a autosospendersi dall'incarico fino a quando non si faccia piena luce sull'intera vicenda in cui è coinvolta seppure come parte lesa. Chiarendo una volta e per sempre se davvero è stata oggetto di ricatto - e nel caso sì, perché non abbia esposto denuncia - da parte dell'ex consigliere pentastellato Giovanni De Robbio il quale, secondo la Dda di Napoli, sarebbe stato eletto con i voti del clan camorrista Polverino, barattando la propria elezione in cambio della garanzia di adoperarsi con il sindaco affinché desse la gestione del campo sportivo del comune flegreo a Alfonso Cesarano suo grande elettore nonché impresario di pompe funebri. Impegnandosi anche a far nominare come assessore con delega ai cimiteri e all'urbanistica una “persona” di Cesarano.Per convincere il Sindaco a scendere a “patti” De Robbio gli avrebbe mostrato una foto scattata dall'alto in cui si evincerebbe un presunto abuso edilizio compiuto su un immobile di proprietà della sua famiglia.Malgrado la legittima difesa del Sindaco che in un video spiega i motivi per cui, a suo dire, non deve dimettersi, ritengo che le sue dimissioni siano invece necessarie per distinguere una volta di più il M5S dagli altri partiti che hanno l'abitudine di lasciare al proprio posto propri funzionari coinvolti in inchieste, rinviati a giudizio o condannati in primo e secondo grado. Giustificando tale atteggiamento sfrontato con il fatto che la Costituzione prevede la presunzione di innocenza per un imputato fino a quando non sopravviene l'insindacabile terzo grado di giudizio.Poiché il M5S s'è sempre battuto contro questa radicata “abitudine” dei partiti, lasciare la Capuozzo al proprio posto potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang in chiave elettorale.Come era infatti prevedibile tutti i partiti, Pd in testa, seppure abbiano poco da condannare al M5S visto le condizioni in cui versano o la fine che fanno molti comuni da loro amministrati - uno su tutti quello di Roma, fino e poco tempo fa amministrato dal Pd con Marino, oggi commissariato - stanno amplificando comprensibilmente la vicenda per dimostrare che anche il M5S non è immacolato diversamente da quanto si ostinano a affermare sia Grillo che illustri esponenti del M5S i quali, denunciando la malapolitica radicata da almeno un ventennio nel nostro paese, non lesinano a mettere in risalto come in Italia chi si dovrebbe dimettere non lo fa nemmeno se sono palesemente evidenti le proprie responsabilità nella gestione della res pubblica o le proprie collusioni affaristiche con la criminalità organizzata.Solo per questo motivo, se avesse davvero a cuore, come certemente avrà, le sorti del M5S, la Capuozzo si sarebbe dovuta dimettere da tempo. O almeno autosospendere, anziché aspettare che scoppiasse il finimondo intorno a lei e a tutto il M5S.Se lo avesse subito fatto avrebbe tappato la bocca, prima ancora che la aprisse, a chi, pur essendo messo molto peggio di lei, sta comprensibilmente strumentalizzando la vicenda per dimostrare che nella politica italiana nessuno è perfetto, compreso il M5S. Ahimè riuscendoci!