LA VOCE DI KAYFA

ATTENTATI DI BRUXELLES, DI MALE IN PEGGIO


Che in Belgio i servizi di sicurezza e le forze dell'ordine non funzionassero al meglio lo si era intuito all'indomani degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Malgrado più prove indicassero che il commando terrorista proveniva dal Belgio e i terroristi superstiti lì stavano rientrando in auto, di loro sembrava essersi persa ogni traccia.Dopo le stragi di Parigi, per tre giorni in Belgio il livello di sicurezza è stato elevato al livello massimo di quattro in quanto vi erano prove concrete che facevano temere l'imminenza di attentati a Bruxelles.In quei tre giorni le periferie della capitale belga dove risiedono le comunità islamiche furono setacciate come un calzino perché si riteneva che Salah Abdeslam, uno degli ideatori e realizzatori delle stragi parigine, si nascondesse lì.In quei tre giorni furono rinvenuti in diverse abitazioni dei sobborghi della capitale belga veri e propri arsenali e materiale propagandistico di matrice jihadista che svelavano in Belgio l'esistenza di un nutrito numero di potenziali cellule terroristiche affiliate all'ISIS o solo simpatizzanti del sedicente Stato Islamico pronte a colpire gli infedeli.Sembrava che con quelle retate, seppure gli attentatori superstiti non erano stati catturati perché già volati in Siria, fosse stato inferto un duro colpo al terrorismo islamico con sede in Belgio.L'arresto di una settimana fa, sempre nella capitale belga, di Salah Abdeslam, aveva rincuorato gli inquirinti inducendo a immaginare che quell'arresto poteva risultare determinante, confidando sulla collaborazione dell'arrestato, per fine di infliggere un duro colpo al terrorismo islamico in Europa.Ieri due attacchi kamikaze, uno all'aeroporto, un altro in una stazione della metropolitana, con decine di morti e centinaia di feriti hanno messo al tappeto Bruxelles e il Belgio intero, dimostrando quanto inefficace sia il sistema di sicurezza di quel paese.È vero, attentati come quelli di ieri sono praticamente imprevedibili in quanto si fondano unicamente sull'elemento umano e sul fattore sorpresa potendosi realizzare in qualunque momento in qualsiasi luogo affollato, lasciando ben poco spazio alla pianificazione logistica e tecnologica e dunque alla possibilità di prevenirli.Ma, stando agli esperti, molte sarebbero le pecche delle forze di sicurezza belghe che avrebbero favorito gli attentati. In primis l'organizzazione statale belga molto sfarinata per via della complessa struttura politica di quel paese fondante su varie regioni autonome - ognuna con una propria legislazione e lingua diversa rispetto alle altre - non comunicanti tra sé.Quanto avvenuto a Bruxelles è l'ennesima conferma che la mancanza di comunicazione e collaborazione tra le autorità preposte alla sicurezza di uno stato è la principali falla attraverso cui il male penetra in una nazione per poi colpirla al cuore in maniera devastante.Speriamo che i vari leader europei e mondiali, “ieri” riuniti a Parigi per condannare gli attentati avvenuti nella capitale francese, “oggi” per lo stesso motivo a Bruxelles, prendano consapevolezza di ciò risparmiandoci frasi di prammatica; attivandosi in maniera fattiva per trovare accordi efficaci al fine di fronteggiare, per quanto sia possibile, il terrorismo.Dopo gli attentati di Parigi, a parole, di impegni in tal senso ne avevamo sentiti tanti.Gli attentati di ieri hanno mandato in frantumi quegli impegni, dimostrandone l'assoluta evanescenza.Oggi siamo punto e accapo, forse anche peggio!