LA VOCE DI KAYFA

TEMPA ROSSA, TUTTO FINIRA' A TARALLUCCI E VINO


Basta ascoltare una qualsiasi edizione di telegiornale o leggere un qualsiasi quotidiano, non importa se filo-governativo oppure no, per renderci conto che, malgrado tangentopoli scoppiata agli inizi degli anni novanta, in Italia il periodico susseguirsi di Repubbliche – Prima, Seconda Terza... - non genera affatto un nuovo sistema amministrativo della res publica avulso dal malaffare politico, diversamente da quello che lo precedette.L'alternanza di “nuove” Repubbliche è solo apparente, di facciata. Quasi sempre dietro i volti nuovi si nascondono quelli di chi li precedette dando vita a quel sistema corrotto che ci si illudeva di aver spazzato via con le inchieste giudiziarie di Di Pietro e compagni. E invece, alla fine, a sparire dagli sguardi, e dunque dalle menti, dell'opinione pubblica sono proprio coloro che combatterono quel sistema di corruttele.Del resto la conferma che nel nostro paese la corruzione nella pubblica amministrazione è un male endemico è data dalle statistiche internazionali e dalle note emanate dagli organi di Stato che denunciano come l'Italia sia ai primi posti nelle classifiche dei paesi più corrotti al mondo. E, nonostante le denunce, la corruzione continui a crescere alla faccia di chi si illude del contrario.In virtù di questi tristi aspetti è naturale l'evidente indolenza con cui una grossa fetta di opinione pubblica sta seguendo l'inchiesta sul giacimento petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata da cui risulterebbe un coinvolgimento dell'allora Ministro per lo Sviluppo Federica Guida, poi dimessosi, intercettata in una telefonata a rassicurare il proprio convivente il quale intesseva affari con la TOTAL, proprietaria del giacimento petrolifero, dell'inserimento nella legge di stabilità di un emendamento che tutelava i propri interessi e di riflesso quelli dei petrolieri. Nella telefonata la Guidi farebbe accenno alla disponibilità del Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi dell'inserimento dell'emendamento in essere, la quale proprio per questo motivo ieri è stata ascoltata a Roma come persona informata dei fatti dai magistrati di Potenza titolari dell'inchiesta.Suo malgrado, già lo scorso autunno la Boschi fu oggetto di polemica, tanto che le opposizioni a dicembre presentarono una mozione di sfiducia contro il governo poi respinta, quando a settembre l'esecutivo varò il decreto salvabanche per preservare dal crack quattro istituti di credito avviati verso il fallimento. Tra cui Banca Etruria il cui vice presidente, e per anni membro del cda, era il papà del ministro. Impedendo di fatto ai creditori sociali, ossia a tutti quei clienti che avevano investito i propri risparmi in obbligazioni subordinate, di essere risarciti dei propri risparmi in caso di fallimento della banca stessa.In un paese dalla memoria cortissima come il nostro in tanti si saranno dimenticati di Luigino D'Angelo il pensionato di Civitavecchia suicidatosi in quanto, a causa di quel decreto perse tutti i propri risparmi investi in obbligazioni subordinate di Banca Etruria.Ora che l'inchiesta Tempa Rossa coinvolge, seppure al momento marginalmente, sempre il Ministro delle Riforme Boschi, e lo schema che trasparirebbe è quello “antico”, ma sempre efficace, di un sistema di corruttele politico-imprenditoriale a danno degli interessi pubblici - nel caso specifico della salute pubblica -,  non stupisce che l'opinione pubblica, al pari di uno spettatore che conosce ormai a memoria la trama di un film o l'evolversi di uno spettacolo, si mostri alquanto indolente verso tutto ciò che sta avvenendo.Senza nemmeno porsi il dubbio se lo scoperchiamento dello scandalo Tempa Rossa non imponga loro di recarsi in massa al referendum del 17 aprile, al fine di raggiungere il quorum, per votare Sì allo stop delle trivellazioni marine da parte delle compagnie petrolifere.E se dietro questo scandalo non possano nascondersi i motivi per cui il Premier e il Pd stanno promuovendo l'astensione al referendum, dando l'impressione di tutelare i petrolieri, ledendo i principi democratici.Personalmente non so se questa inchiesta potrebbe, nel tempo, intaccare il governo al punto da farlo cadere. Di certo quanto sta avvenendo ha tutta l'aria di un copione rivissuto migliaia di volte di cui si conosce già il farsesco finale a tarallucci e vino!