LA VOCE DI KAYFA

PARCO VERDE, IL PARCO DEGLI ORRORI


Mentre fanno ancora discutere le dichiarazioni di Corrado Augias a Di Martedì su Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e poi uccisa da un pedofilo gettandola da un balcone dell'ottavo piano del Parco Verde di Caivano il 24 giugno del 2014 – commentando la foto della bimba, il giornalista stigmatizzava il contrasto tra i suoi sei anni e i boccoli che le davano un aspetto da sedicenne; scatenando una ridda di indignazione in quanto a molti è apparso che, così dicendo, quasi giustificasse l'assassino – ieri sera in un servizio dedicato alla vicenda dal TG3 Campania delle 19,30 si riferiva dell'appello lanciato dalla dirigente scolastica dell scuola elementare del Parco Verde a non spegnere i “riflettori sulla vicenda”. Mentre la criminologa che sta studiando il caso è convinta che Raimondo Caputo, il presunto assassino, avesse un complice.L'appello della dirigente affinché la vicenda non cada nel dimenticatoio si aggiunge a quello lanciato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella la scorsa settimana che ha chiesto sui fatti di Caivano “un'inchiesta rapida, ampia e severa”, denunciando che spesso il reato è coperto dall'omertà degli adulti.Ed è proprio questo spesso velo di omertà che aleggia sulla vicenda a renderla ulteriormente più tetra rispetto a quanto già non fosse.Leggendo e ascoltando le cronache sui tragici eventi del Parco Verde - si presume che nel parco fosse all'opera una vera e propria rete di pedofili di cui Fortuna non sarebbe stata che l'ultima vittima. Prima di lei nel 2013, in maniera simile, morì Antonio, il bimbo della compagna di Raimondo Caputo e altri episodi di violenza sui minori alimentano questo atroce dubbio – non solo viene la pelle d'oca.Il pensiero che sulla vicenda possa cadere il silenzio, lasciando impuniti il mostro o i mostri che in quel parco trovavano “giocattoli di carne” per dare sfogo alla propria brutalità, è un qualcosa di così assurdo che qualsiasi mente sana rifiuta di accettare!Probabilmente in tanti si sono dimenticati di quanto avvenne alla fine del 2000 a TELEFONO ARCOBALENO, l'associazione di don Noto ch siti internet a sfondo pedofolia.Come riferito da Repubblica il 2 novembre del 2000, Telefono Arcobaleno fu costretta a chiudere a seguito di una serie di indagini e minacce.Annunciando la sua chiusura e i motivi, l'associazione fece riferimento a una "potentissima lobby pedofila formata da menti raffinatissime annidata in ogni angolo" che, stando alle denunce dell'associazione avrebbe avuto addirittura in propria difesa rami in parlamento. Dunque, secondo quando denunciato da Telefono Arcobaleno, all'epoca una parte della politica avrebbe addirittura protetto i pedofili...Quanto sta avvenendo a Caivano riporta indirettamente alla mente quei fatti di tanti anni fa che videro protagonista don Noto e la sua associazione.Speriamo che questa volta il silenzio non l'abbia nuovamente vinta sulla necessità di fare chiarezza su un crimine così orrendo i cui artefici spesso non solo sbandati cresciuti in un assoluto degrado culturale e familiare, che per vivere si danno al crimine. Ma a volte anche insopettabili professionisti.Fortuna e le altre vittime degli orchi del Parco Verde meritano che la verità venga a galla.Così come lo meritano quelle tante persone oneste che vi abitano, la cui unica colpa è quella di vivere in un contesto dove il male, grazie al degrado sociale, ha trovato terreno fertile per radicarsi fino all'inferno.