LA VOCE DI KAYFA

ECCO L'EDITTO RENZIANO, VIA DALLA TV GIANNINI E PORRO


Se l'Italia è al 77° posto al mondo per quanto concerne la libertà di informazione un motivo deve pur esserci. Quale? Molto probabilmente l'ingerenza, nemmeno tanto velata, della politica sui media. In particolare in ambito televisivo.Non a caso da quando più di 20 anni fa Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest, decise di scendere in politica, la sinistra, quella di allora ma anche di oggi, non ha fatto altro che denunciare a parole l'abnorme conflitto di interessi dell'ex cavaliere. Senza però fare nulla di concreto per arginarlo.Se consideriamo che l'attuale legge contro il conflitto di interessi, varata il 20 luglio 2004, fu ribattezzata legge Frattini dal nome suo ispiratore Franco Frattini, all'epoca membro del PDL nonché responsabile del Dipartimento della funzione pubblica, fu varata dal governo Berlusconi presieduto dal primo imprenditore televisivo italiano, si può ben immaginare quali possano essere i margini a tutela dal conflitto di interessi.Non a caso quella legge è stata sempre contestata dalla sinistra tanto che oggi Renzi sembra intenzionato a volerne varare una più efficacie. Vedremo.Quel che è certo è che da quando Renzi è al governo molte delle cose realizzate, o in procinto di realizzare, dal suo governo ricalcano progetti di fattura berlusconiana Italicum e riforma costituzionale inclusa.In sintonia con questo clima di "copia e incolla" era impossibile che Renzi si facesse mancare una copia 2.0 di quello che nel 2002 fu l'editto bulgaro, la cacciata da parte del Premier Berlusconi, durante una conferenza stampa a Sofia, dalla TV di stato di Biagi, Santoro e del comico Daniele Luttazzi rei di non lesinare critiche e satira al governo.E così ecco che dalla prossima stagione nei palinsesti RAI mancheranno rispettivamente Virus e Ballarò, - in quest'ultimo caso dovrebbe cambiare solo il presentatore - rispettivamente condotti da Nicola Porro e Massimo Giannini.Agli occhi di Renzi sia Virus che Ballarò sarebbero trasmissioni poco allineate con il renzismo. In particolare Ballarò ha sollevato non pochi malumori nella maggioranza di governo per via di una battuta del conduttore in riferimento al ministro Boschi e al suo presunto conflitto di interessi con la vicenda Banca Etruria in cui è coinvolto il padre, tanto che Michele Anzaldi membro Pd della vigilanza RAI ne aveva auspicato l'avvicendamento.Anche in questo caso la rottamazione renziana si rivela un concetto sostanzialmente astratto; uno strumento orale da sventolarsi nei comizi e nelle conferenze stampa per far presa sull'elettorato. Ma, raggiunto l'obiettivo, alias il  potere, da archiviare ben bene a chiave negli armadietti. Da cui sarà nuovamente ripreso in vista di una nuova campagna elettorale.Possibile che anche in questo caso, come è già avvenuto per la riforma costituzionale, quei tanti uomini di cultura e di spettacolo che all'epoca scesero in difesa delle “vittime” dell'editto bulgaro e della Costituzione quando a volerla modificare era Berlusconi, oggi tacciono perché a portare avanti il repulisti televisivo, così come a modificare la Costituzione, è Renzi leader del PD?Anche in questo caso, pur di salvaguardare la pagnotta, l'onestà intellettuale se ne va a benedire!