LA VOCE DI KAYFA

FO CONTRO BENIGNI, OVVERO L'ARTE CONTRO LA FICTION


Avendo radicato profonde convinzioni in negativo riguardo al modo di fare politica di Renzi, della Boschi, di Verdini e del Pd, mi lascia assolutamente indifferente l’endorsement di Roberto Benigni a favore del Sì al referendum costituzionale di ottobre.Personalmente,  da qui al referendum,  la Rai potrebbe trasmettere ogni sera, inclusi sabato e domenica, uno spettacolo in cui Benigni spiega fino alla noia i motivi per cui sia giusto approvare la riforma. La mia scelta l’ho fatta dal momento in cui appresi che si sarebbe votato,e non la cambio. Nemmeno se fosse Gesù a chiedermelo.E francamente mi sorprende che un uomo di un’intelligenza stratosferica qual è Dario Fo, premio Nobel per la letteratura 1997, si sia lasciato sorprendere dalla scelta del comico toscano, lasciandosi andare a esternazioni poco lusinghiere, seppur garbate, sulla sua decisione di votare Sì al referendum.(contro Benigni s’è scagliato non solo Fo: il cantautore napoletano Edoardo Bennato ha postato su facebook un video in cui irride Benigni e la sua scelta di votare Sì).Diversamente da Fo, Benigni fu premio Oscar nel 1999 con LA VITA È BELLA quale miglior film straniero. Dunque diversamente da Fo, cui fu riconosciuto lo status di intellettuale impegnato a livello sociale, a Benigni, pur insignito di un ambito Premio, fu riconosciuto quello meno nobile di uomo da fiction, ossia di finzione.Poiché da più parti si evidenzia come la riforma Renzi/Boschi sia la fotocopia in peggio di quella che voleva attuare Berlusconi, e contro cui all’epoca si opposero tutti gli intellettuali di centrosinistra - Benigni incluso che addirittura realizzò un programma a difesa della Costituzione dal titolo LA Più BELLA DEL MONDO trasmesso da Rai Uno, replicato l’altra sera sempre su Rai Uno - il fatto che un uomo di fiction cambi pareri nel giro di un mese, seppure il cuore gli dica di votare No, non deve stupire essendo quel soggetto votato alla finzione.Non si può infatti escludere che a Benigni della riforma costituzionale di Berlusconi non fregasse alcunché; che le sue esternazioni non fossero altro che mera fiction, ossia un adeguarsi e eseguire gli ordini di scuderia imposti dal partito di appartenenza il quale, pur di non darla vinta all’allora cavaliere, impose al toscanaccio, così come ad altri intellettuali che oggi invece “latitano”, di fare rumore per difendere la Costituzione. Mentre oggi lo ammonisce affinché appoggi la riforma Renzi, seppure sia peggiore di quella che voleva l’ex cavaliere.Si sa, gli uomini di fiction vivono di finzione.Peccato che a farne le spese siano stati anche Dante e la Bibbia da cui Benigni ha tratto spunto per altrettanti spettacoli di successo, sia in teatro che in televisione!