LA VOCE DI KAYFA

FRANCIA DOUBLE FACE


Dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre a opera di terroristi islamici affiliati all'Isis, che seguivano a meno di un anno la strage nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo sempre a opera di fanatici islamici, in tanti denunciavano, in primis gli stressi organi di informazione francesi e belgi, le evidenti falle nel sistema di sicurezza nazionale francese e belga – in Belgio era situata la base dei terroristi e in Belgio il 22 marzo si sono verificati due gravi attentati sempre a opera dell'Isis all'aeroporto e alla metropolitana con evidenti falle nel sistema di sicurezza belga e francese.A seguito di quegli attentanti noi italiani, solitamente autolesionisti, ammettevamo con malcelato orgoglio che quanto era avvenuto in Francia e in Belgio difficilmente sarebbe potuto accadere da noi dato che le nostre forze dell'ordine e i servizi di intelligence sono allenati a fronteggiare minacce del genere per via della lotta al terrorismo e alla mafia che li ha visti impegnati a cavallo tra gli anni settanta e ottanta e ancora oggi li vede occupati per quanto riguarda il contrasto alla criminalità organizzata.Tale orgoglio, seppure inopportuno, svanisce quando ci ritroviamo al cospetto della determinazione con cui i francesi scioperano. Mentre in Italia gli scioperi si programmano settimane prima, durano al massimo tre giorni e per legge il governo può precettare gli scioperanti al fine di garantire i servizi essenziali all'utenza nel caso si volesse procedere a oltranza con la protesta - soprattutto se gli scioperi venissero organizzati in concomitanza con eventi straordinari quale ad esempio un europeo di calcio -, in Francia da oltre tre settimane i lavoratori scioperano contro la nuova legge del lavoro - una sorta di jobs act alla francese che mina le tutele dei lavoratori al pari del jobs act renziano che ha cancellato l'articolo 18 e altre tutele ai lavoratori italiani con l'avallo dei sindacati - infischiandosene degli europei di calcio.Del resto il senso dello sciopero consiste proprio nel creare disservizi alla società al fine di costringere il governo a sedersi al tavolo delle trattative e trovare un compromesso che soddisfi tutti.Indire uno sciopero a ridosso di un evento importante qual è il campionato europeo di calcio è una mossa che dovrebbe persuadere a più miti consigli chi governa, soprattutto in un paese come la Francia bersaglio prediletto dai terroristi islamici pronti a cogliere il minimo cedimento nel sistema di sicurezza per colpirla al cuore.Gli scontri tra hooligans inglesi e russi tra venerdì e sabato a Marsiglia e i successivi tra turchi/croati, polacchi/irlandesi e tedeschi/ucraini di ieri che hanno messo a soqquadro altre città sono la conferma che a livello di pubblica sicurezza la Francia fa acqua da più parti anche in presenza di minacce prevedibili.Che i francesi, come la storia insegna, siano maestri nelle proteste sociali nessuno lo nega. Ma che siano altrettanto fragili, per non dire “incapaci”, nella tutela della pubblica sicurezza e dell'ordine pubblico è un'altrettanta innegabile evidenza da non sottovalutare quando inneggiamo alla Francia come esempio da seguire per quanto riguarda la difesa dei diritti sociali.A volte essere italiani dovrebbe essere un vanto!