LA VOCE DI KAYFA

BANCHE, NON FIDARSI È MEGLIO


Il suicidio di Antonio Bedin, il pensionato di Montebello Vicentino che si è sparato dopo aver visto andare in fumo i risparmi di una vita - circa 500 mila euro, investiti in azioni della Banca Popolare di Vicenza i cui titoli sovrastimati, in due anni si sono praticamente azzerati passando da un valore iniziale di 62,05 euro a quello attuale di 0,1 – ricorda quello di Luigino D’Angelo, il pensionato di Civitavecchia che il 28 di novembre 2015 si impiccò dopo aver visto svanire i propri risparmi investiti in obbligazioni Banca Etruria.Sia per Bedin e gli altri 119 mila piccoli investitori in titoli della popolare di Vicenza, sia per D’angelo e gli altri investitori in obbligazioni Banca Etruria e delle altre tre banche in default  – Banca Marche, CariChieti  e Carife salvate dal governo con il famigerato decreto salva banche che, azzerando gli investimenti di quanti avevano investito in titoli bancari,  cancella il passivo delle banche verso i risparmiatori lasciando questi ultimi con un pugno di mosche - la causa che indusse i risparmiatori a investire in quei prodotti a rischio fu una cattiva informazione da parte delle banche le quali facevano passare per ottime probabilità di investimento titoli ridotti a carta straccia.Poiché a chiunque piacerebbe ottenere il massimo del rendimento con il minimo sforzo, forse perché si fidavano ciecamente di chi proponeva loro l’investimento in quanto o lo conoscevano personalmente o perché con il proprio lavoro aveva dato lustro al paese – vedi il caso di Tanzi per la Parmalat e di Zonin, noto produttore di vini, per la Popolare di Vicenza -, i clienti accettarono di sottoscrivere l’investimento senza preoccuparsi di rivolgersi preventivamente a un esperto finanziario per assicurarsi che effettivamente i rischi dell’operazione erano zero e il rendimento ottimale come prospettato dalla banca.Così avvenne all’epoca dello scandalo Parmalat e Banca Etruria. Così oggi accade per la popolare di Vicenza.Chissà quante altre banche a “rischio” hanno rifilato a clienti totalmente ignoranti in materia finanziaria, ma pronti a  investire i propri risparmi per ricavarne un ottimo provento,  titoli  spazzatura spacciandoli per un ottimo business …A questo punto sarebbe il caso che tutti coloro che hanno investito, o stanno per farlo, in operazioni bancarie di questo genere si rivolgessero a un consulente esterno per valutare se l’investimento è davvero un’occasione o una presa per i fondelli da cui ci si può ancora salvare e in che termini.Nonostante il governo Renzi abbia garantito che quanti avevano perso i soldi nella vicenda Banca Etruria recupereranno, seppure in parte, quanto perso, fino a oggi non si è visto il benché minimo rimborso.Mentre i piccoli risparmiatori vedono sempre più a rischio i propri risparmi, qualunque azione di governo, nazionale e transnazionale, sembra essere mirata unicamente a tutelare le banche anziché i clienti.Se a ciò aggiungiamo che da più parti si prospetta la scomparsa del denaro contante a favore del denaro elettronico – bancomat, carte di credito e quant’altro che contempla per qualsiasi operazioni la movimentazione di danaro mediante conto corrente e dunque la totale dipendenza dei cittadini dalle banche –, ufficialmente per combattere l’evasione fiscale, sembra plausibile che lentamente, ma inesorabilmente, si instaurerà un sistema dove i cittadini saranno schiavi a vita delle banche.Un esempio di quanto sopra prospettato è quanto sta avvenendo con le polizze assicurative per l’auto. Visti i costi esorbitanti di una polizza auto, sempre più clienti chiedono alla compagnia se c’è la possibilità di rateizzare le quietanze. La risposta è sì a patto che il pagamento avvenga tramite bonifico bancario. Se invece vuoi pagare per contante ti devi dissanguare in una volta sola, oppure ogni sei mesi, seppure pagassi con il bancomat.Che differenza passi dal pagare per contante e tramite bonifico non si capisce.A meno che, così facendo, non si voglia infondere nei cittadini l’illusione che affidandosi a una banca si possono godere dei vantaggi e dei privilegio che viceversa non si possono usufruire pagando da sé, inducendoli a sottoporsi a una sorta di tacito ricatto pur di respirare finanziariamente.Qui nessuno vuole disconoscere alle banche il proprio legittimo diritto di tutelarsi rispetto ai clienti.Ma un conto è tutelarsi altro è mettere i clienti, soprattutto quelli piccoli, con le spalle al muro pur di ottenere un prestito o altro che li aiuti a respirare un po’!