LA VOCE DI KAYFA

PREVENZIONE, TUTTI LA INVOCANO... A POSTERIORI


Come sempre accade in Italia all'indomani di una catastrofe naturale – terremoti, inondazioni, smottamenti idrogeologici, frane, slavine – si sprecano le discussioni sui mancati interventi preventivi messi in atto per evitare il peggio.Ogniqualvolta un simile disastro lista a lutto il paese, in televisione e sui giornali sentiamo e leggiamo onerosi impegni da parte dei rappresentati delle istituzioni a garanzia che “il governo stanzierà dei fondi per la ricerca e la prevenzione al fine che non si verifichino più simili tragedie!”.Una volta smorta l'ondata di emotività, gli “onerosi impegni” istituzionali vanno a farsi benedire nel dimenticatoio.La ricostruzione delle zone colpite dalla catastrofe viene affidata, non si sa con quale criterio, a ditte che costruiscono new town inabitabili dopo pochi anni dalla loro costruzione – emblematico è il caso dell'Aquila – o rafforzano gli argini di un fiume con il polistirolo rendendoli più deboli di prima, senza che nessono vigili seriamente sul loro operato a agaranzia della pubblica incolumità.Eppure, nonostante gli episodi succitati si verifichino quasi puntualmente a ogni intervento post calamità naturale che colpisce il paese, la politica, sempre pronta a fare passerella sulle zone disastrate, sembra dimenticarsi delle promesse fatte e degli impegni presi quando recava conforto ai sopravvissuti e cordoglio alle famiglie delle vittime, lasciando che tutto continui a “scorrere” come se nulla fosse successo, per poi ripetersi con gli stessi gesti e le stesse frasi di circostanza al prossimo evento catastrofico.Se per curiosità entrate in un emeroteca online o andate in una redazione di giornale per consultarla dal vivo, sfogliando le pagine degli articoli inerenti le svariate catastrofi naturali che negli anni hanno scosso il paese, leggendo, vi renderete che cambiano i nomi ma le parole pronunciate dalle autorità e dai politici dell'epoca sono le stesse pronunciate oggi, punteggiatura inclusa: solenni assicurazioni agli sfollati che non verranno lasciati da soli; massimo impegno per una ricostruzione rapida con tutti crismi della prevenzione.Tuttavia, non si capisce perché dopo più di trent'anni dal terremoto dell'Irpinia nulla o poco è stato fatto a livello di prevenzione antisismica in un paese come il nostro a alto tasso di criticità geofisica. Diversamente non si spiegherebbe perché ogni volta che un terremoto di media entità come quello di ieri notte, per molti versi fotocopia di quello che distrusse nel 2009 l'Aquila e comuni limitrofi, arrechi morte e distruzione.Tralasciando i presunti costruttori sciacalli di cui ho parlato ieri, vi è un aspetto su cui vorrei soffermarmi: riguardo al terremoto di ieri notte l'Ingv, l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, ha fatto sapere di non aver registrato “alcun segnale, non aver registrato scosse, neppure piccole. La prima è stata quella più forte”.Da questa nota si dedurrebbe che se il terremoto fosse stato preceduto da uno sciame sismico, come quello che precedette il terremoto dell'Aquila, i responsabili dell'Ingv avrebbero diramato un allarme per avvertire le popolazioni interessate dell'arrivo di un probabile sisma!?All'epoca del terremoto dell'Aquila la commissione grandi rischi fu rinviata a giudizio, e successivamente assolta, per aver rassicurato la popolazione che, nonostante le continue scosse che si succedevano da mesi, non c'erano segnali che lasciavano presagire l'imminenza di un sisma e dunque non c'era motivo di abbandonare le abitazioni.Secondo gli esperti i terremoti non si posso prevedere.Eppure lo studioso Giampaolo Giugliani sostiene il contrario. Egli avrebbe messo a punto un sistema di ricerca che si basa sul monitoraggio del territorio attraverso l'analisi di emissioni massicce di gas radon dal sottosuolo in prossimità di un terremoto, sbagliando di poco la data di quello dell'Aquila.Tanto per chiarire Giugliani, nemo profeta in patria, è stato chiamato in california per monitorare la faglia di Sant'Andrea e a Taiwan. I suoi studi suscitano interesse in America e in Cina.Non sarebbe il caso che anche l'Italia gli desse un minimo di credibilità, sostenendo le sue ricerche in nome della tanto sbandierata prevenzione di cui si parla in questi giorni?Sorge il dubbio che faccia comodo a qualcuno che una remota possibilità che i terremoti si possano prevenire resti pura utopia, almeno in Italia!