LA VOCE DI KAYFA

MARINO ASSOLTO INGUAIA RENZI


All'epoca dei governi Berlusconi la frase “giustizia a orologeria” si affermò come un mantra nel linguaggio politico del centrodestra. Brunetta, Santanché e gli altri la ripetevano in maniera ossessionante ogniqualvolta un'inchiesta della magistratura toccava il proprio leader. Soprattutoi se ciò accadeva in prossimità di un evento che avrebbe potuto sovvertire gli equilibri politici della nazione, tipo elezioni, al fine di dimostrare che una parte dei magistrati era schierata con il centrosinistra e sfruttava il proprio potere giudiziario per far politicamente fuori l'allora cavaliere visto che il centrosinistra non riusciva a sconfiggerlo democraticamente nelle urne.A meno di due mesi dal referendum costituzionale, dopo l'assoluzione di ieri dell'ex sindaco di Roma Ignazio Marino dall'accusa di peculato e di truffa, non possiamo escludere che nel linguaggio politico del centrosinistra, in particolar modo dei renziani, non si faccia strada un nuovo mantra, “assoluzione a orologeria”.Sì perché l'assoluzione dalla doppia accusa dell'ex sindaco - sfiduciato giusto un anno fa dal PD non nell'aula consiliare, come avviene in qualunque sistema democratico, ma in maniera assolutamente anomala davanti a un notaio come ha stigmatizzato lo stesso Marino ieri sera intervistato da Mentana al telegiornale de LA SETTE - quasi sicuramente sarà il preludio a una serie di azioni politiche dell'ex sindaco finalizzate a prendersi la rivincita nei confronti di Renzi e del PD, partendo dall'inaugurare una personale campagna di propaganda per il No.E di argomenti convincenti per indurre gli indecisi a bocciare la riforma Boschi, Marino ne avrebbe tanti nel cassetto. A cominciare dall'essere stato spodestato con una “pugnalata” da Renzi senza che questi desse credito alle proprie assicurazioni di innocenza, affermate dall'assoluzione; mettendo dunque in forte discussione il garantismo di Renzi e del PD. Evidenziando lo spirito antidemocratico, quasi da ricatto, con cui Renzi costrinse i consiglieri a sfiduciarlo non in aula ma al cospetto di un notaio come se stessero firmando un contratto. Con chi? Ovviamente con Renzi. Per cosa o in cambio di cosa? Non si sa.Associando argomenti del genere che metterebbero in luce l'assoluta mancanza di spirito democratico di Renzi, unitamente a ragioni che entrano tecnicamente nel merito della riforma, spiegando, magari con l'avallo di esimi sostenitori del No quali Onida o Zagrebelsky, che è finalizzata a accrescere i poteri del Premier; riducendo il parlamento a una mera aula monocolore se restasse in vigore l'attuale legge elettorale, l'Italicum, che prevede il premio di maggioranza di oltre 54% dei seggi al partito o alla lista che vincerà le elezioni, c'è davvero il rischio che l'assoluzione di Marino si riveli il peggior ostacolo per Renzi nel convincere gli indecisi, in particolare gli elettori del centrodestra, a votare Sì!C'è poco da dire, davvero l'assoluzione di Marino potrebbe risolversi in un'enorme complicazione per i sostenitori del Sì i quali si ritrovano improvvisamente sul proprio cammino un inatteso quanto mai agguerrito avversario!Parafrasando il centrodestra, non è escluso che agli occhi di Renzi e del PD quella di Marino appare come un'assoluzione a orologeria.Ma difficilmente lo ammetteranno pubblicamente!