LA VOCE DI KAYFA

MISTERO BUFFO, LA POLITICA ONORA DARIO FO


Come accade sempre ogni qualvolta muore un grande artista, anche per la scomparsa di Dario Fo avvenuta ieri a Milano si sprecano le parole di circostanza da parte dei politici per onorarne la memoria. Fa niente che fino a pochi minuti prima che la notizia si diffondesse, lo stesso Fo fosse inviso a buona parte del mondo politico italiano in quanto apertamente schierato contro il governo e sostenitore di un movimento politico creato da un altro comico, Beppe Grillo, il M5S, che ha fondato e accresciuto sull'antipolitica la propria forza che, tradotta in voti, oggi ne fa il secondo, se non addirittura il primo schieramento politico in Italia.È vero che il modo di fare teatro di Fo poteva non suscitare particolare entusiasmo soprattutto in chi non fosse avvezzo alla storia politica e professionale del personaggio. Ma è indubbio che il carisma che si diffondeva dalla sua persona, enormemente accresciuto dal Premio Nobel per la letteratura conferitogli nel 1997, scelta all'epoca criticata non solo dal centrodestra berlusconiano ma anche da una buona parte della, presunta, sinistra, ne faceva un indiscutibile totem culturale cui tutti o quasi, pendevano dalle labbra ogni volta che si esprimeva.Oggi che Fo non c'è più, ascoltare il Premier Renzi affermare "L'Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese" viene spontaneo chiedersi perché un simile genio politicamente sostenesse il M5S di Grillo anziché il PD di Renzi; perché fosse schierato per il No e non per il Sì come invece Renzi, Napolitano e Benigni, il cui endoserment per il Sì lo stupì così tanto che garbatamente gli dette del venduto, vorrebbero gli italiani votassero!?Qualcosa non mi quadra. Se davvero le politiche e le riforme del governo Renzi sono finalizzate al rilancio del paese, perché un uomo dall'intelligenza al di sopra della norma come Fo le criticava con insistenza, appoggiando Grillo e Casaleggio nella loro visione politica da cui nacque il M5S?Ma soprattutto, perché Renzi, anziché appoggiarsi prima a Berlusconi e poi a Verdini, per varare le riforme non ha pensato bene di consultarsi anche con un genio come Fo?È vero che privatamente Renzi ha telefonato al figlio Jacopo per esprimergli il proprio personale cordoglio, nonostante le “grandi distanze politiche” che li separavano. Ma perché i grandi uomini si onorano, commemorano ma non si ascoltano mai o solo quando conviene? La grandezza del loro pensiero non dovrebbe fungere sempre e ecomunque da faro in ogni momento della vita per tutte le generazioni?Se la cultura fosse davvero il fondamento sui edificare un futuro migliore per i nostri figli, sono i suoi illustri rappresentanti tipo Dario Fo che prima di tutto i politici dovrebbero interpellare per avere suggerimenti su cosa fare per  migliorare la società!Oppure il termine cultura, come anche democrazia e libertà, è uno dei tanti vocaboli che i politici amano pronunciare per apparire belli agli occhi dell'opinione pubblica e nulla più?Mistero Buffo!