LA VOCE DI KAYFA

PER RENZI E PER IL Sì UNA SETTIMANA DIFFICILE


È probabile che la settimana che sta per concludersi sarà ricordata dai sostenitori del Sì al referendum costituzionale come tra le peggiori per la propria propaganda. Nel giro di tre giorni quattro eventi, apparentemente distinti l’uno dall’altro, hanno riempito le pagine dei giornali e dei telegiornali, mettendo a rischio il martellante lavoro di propaganda per il Sì di Renzi e dei suoi: operazione Arka di Noè, terremoto nel centro Italia, crollo del viadotto sulla statale Milano-Lecco tra i comuni di Cesana Brianza e Arnone, ritiro della patente a Roberto Benigni perché sorpassava nel traffico contromano.L’operazione Arka di Noè è un’indagine sulla corruzione in ambito grandi opere - quelle che secondo Renzi e il Ministro delle Infrastrutture Del Rio devono essere avviate, ad esempio il Ponte sullo stretto, per rilanciare il paese - quali una tratta della TAV Milano-Genova, del 6° Macrolotto della A3 Salerno-Reggio Calabria, e la People Mover di Pisa in cui sono coinvolti e a vario titolo 21 persone accusate di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Tra queste spiccano Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere dello Stato Andrea, per il quale s’è provveduto all’arresto e Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, indagato a piede libero.Mercoledì 26 ottobre alle 19:11 una scossa di terremoto di magnitudo  5,4 ha colpito il centro Italia più o meno nelle stessa area interessata dal terremoto del 24 agosto scorso che distrusse Amatrice e comuni limitrofi seminando morte e distruzione. Successivamente, alle 21:18, una nuova scossa di magnitudo 5,9 e un’altra di magnitudo 4,6 poco prima della mezzanotte hanno completato l’opera distruttiva avviata dal terremoto di agosto radendo al suolo il resto delle case. Fortunatamente senza mietere vittime. Costringendo il Premier a una nuova passerella tra le gente arrabbiata che, alle sue promesse di una ricostruzione in breve tempo, chiedevano di non essere prese per i fondelli.Venerdì 28 ottobre,  al passaggio di un tir, è crollato un cavalcavia sulla statale 36 del lago di Como e dello Spluga, lungo la Provinciale 49 causando un morto e tre feriti. La tragedia si poteva evitare se si fosse prontamente intervenuti al blocco dell’arteria come chiesto dal cantoniere addetto alla manutenzione il quale, notando nel primo pomeriggio il distacco di alcuni calcinacci, ne aveva chiesto la chiusura agli addetto alla mobilità  della Provincia di Lecco – ma le province non sono state abolite?...- i quali, anziché intervenire prontamente, hanno a loro volta chiesto un’ordinanza formale all’ANAS. Implicando tale ordinanza l’ispezione visiva e diretta del capocentro Anas, mentre si completavano le pratiche perché si procedesse, il cavalcavia è venuto giù!Sempre venerdì 28 ottobre il comico Roberto Benigni è stato sorpreso a Roma da una pattuglia della polizia municipale del gruppo Parioli  a sorpassare una serie di auto incolonnate invadendo la corsia opposta. Benigni è stato fermato, multato e incorso nel ritiro della patente. È presumibile che il comico toscano fosse ancora preda dell’esuberanza conseguente alla cena alla Casa Bianca da Obama cui era stato invitato a partecipare da Renzi insieme a altre eccellenze italiane. In molti hanno malignato che la presenza di Benigni al seguito di Renzi negli USA fosse un atto di riconoscenza del premier verso il comico per essersi speso a favore del Sì al referendum, dopo che inizialmente era orientato a votare No.Il comune denominatore che unisce tra loro questi eventi del tutto distinti, se non si fosse ancora compreso, è il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. In particolare il sostegno al Sì la cui vittoria sancirebbe un rafforzamento di Renzi e del suo governo.Purtroppo per il premier e per i sostenitori del Sì i quattro eventi di cui sopra evidenziano come spesso può risultare vano spendersi in promesse e spot elettorali, come quello del Premier ai 110 anni del Gruppo Salini-Impregilo dove rilanciò il progetto del Ponte sullo stretto; alimentando polemiche non solo tra le opposizioni che vedevano in quella mossa lo Stato tendere involontariamente la mano alla mafia che, c'è da scommetterci, se il progetto fosse avviato, non resterebbe sicuramente a guardare lasciandosi estromettere da un simile affare.In un paese come il nostro - dove oltre la metà del territorio è a rischio sismico; dove la corruzione si annida nelle maglie della pubblica amministrazione laddove nemmeno te lo immagineresti e con una tale facilità e continuità che solo un ingenuo potrebbe immaginare che su un’opera come il ponte sullo stretto, che prevede l’investimento di miliardi di soldi pubblici e privati, le mafie mai arriverebbero a mettere le mani; dove non si riesce a garantire la sicurezza di un cavalcavia di pochi metri, figurarsi quella di un ponte lungo chilometri, i cui piloni, per giunta, dovrebbero essere interrati in zone a alto rischio sismico quali Calabria e Sicilia, terre di mafie con elevato tasso di corruzione nella pubblica amministrazione e di collusione tra politica e criminalità; dove un comico, forse perché si sente garantito dell’impunità per via del suo appoggio politico al Premier, si comporta alla stregua di un pirata della strada mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri e, così facendo, mette in discussione la propria credibilità e anche quella di chi sponsorizza, alias Renzi, rendendo ridicolo e inutile il proprio endorsement al Sì - parlare di sostegno alla riforma costituzionale per il rilancio del paese, includendovi quello delle grandi opere, è davvero fuori luogo, da respingere. Meglio votare NO!Questo particolare sicuramente non sfuggirà a milioni di italiani quando, il 4 dicembre, si recheranno alle urne.In meno di una settimana prima la magistratura poi la natura, la beghe burocratiche e gli amici hanno dato un enorme schiaffo a Renzi e al Sì.