LA VOCE DI KAYFA

IL FATTO QUOTIDIANO, OSSESSIONE DEL POTERE


Se davvero la funzione del giornalismo deve essere quella di controllo del potere, evidenziandone eccessi e abusi che ledono gli equilibri sociali a vantaggio di pochi rispetto alla massa, credo di poter affermare che oggi in Italia un solo quotidiano ricopre completamente questo ruolo, è Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio.Questa affermazione, che sicuramente scatenerà la rabbia di molti detrattori de Il Fatto, attirandomi addosso le loro invettive e quelle di chi legge altri giornali, si fonda sull’esposto all’AGCOM di alcuni esponenti del PD per i quali l’assidua presenza di Marco Travaglio e Antonio Padellaro, rispettivamente direttore e Presidente de Il Fatto, in programmi di approfondimento de La SETTE squilibra la par condicio a favore del No nella campagna elettorale referendaria.A rafforzare questa mia convinzione sovvengono le parole pronunciate ieri alla Leopolda, la kermesse renziana giunta alla sua settima edizione, dal Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi la quale, nel presentare le ragioni del Sì, s’è servita di un video in cui compaiono Marco Travaglio e altri sostenitori del No per denunciarne le bufale, ironizzando “così anche Travaglio è arrivato alla Leopolda.”L’esasperante ossessione che i renziani nutrono nei confronti de Il Fatto e dei suoi giornalisti,  anche se non disdegnano di citarlo quando gli fa comodo allorché pubblica articoli e inchieste che possono mettere in cattiva luce il M5S - come avvenne, a ridosso della campagna elettorale per il Campidoglio in cui la Raggi era candidata del M5S, per l’inchiesta sugli incarichi di recupero crediti affidati alla Raggi dalla  ASL di Civitavecchia nel 2012 e nel 2014, seppure nel 2012 la futura sindaca di Roma non fosse iscritta all’albo dei professionisti creato dalla  ASL e dunque non avrebbe potuto svolgere quel compito –  tradisce quanto Il Fatto sia libero dall’influenza del potere e dei partiti – il quotidiano non percepisce finanziamenti pubblici, si autofinanzia grazie al contributo dei lettori – tanto da potersi permettere il lusso, fatti alla mano, di attaccare lancia in resta chi governa e i cosiddetti poteri forti, tipo le banche e l’editoria,  senza temerne le ritorsioni che potrebbero inficiarne la tiratura delle copie.Se perfino Marcello Dell’Utri, ex braccio destro di Silvio Berlusconi all’epoca di Forza Italia, attualmente agli arresti a Rebibbia per concorso esterno in associazione mafiosa, ha scritto recentemente una lettera a Il Fatto in cui, pur ammettendo di non esserne un estimatore, ne denuncia la mancanza nell’edicola del carcere, ciò sta a significare che, per quanto la linea editoriale del quotidiano possa non piacere al potere e a chi in passato ne fece parte, le opinioni espresse sul quotidiano suscitano particolare interesse ai piani alti.Probabilmente perché toccano argomenti sfiorati o del tutto taciuti dagli altri quotidiani  perché, percependo i finanziamenti pubblici o perché i propri editori sono politicamente schierati, non possono accanirsi contro il potere.L’ossessione di Renzi e dei suoi verso Il Fatto confermerebbe che il quotidiano diretto da Travaglio svolge fino e in fondo il proprio compito di controllore del potere.E proprio per questo dà fastidio!