LA VOCE DI KAYFA

LA RAGGI UN PRECEDENTE PER I PROSSIMI SINDACI DI ROMA


È proprio il caso di dire che alla Raggi non gliene va bene una: dopo le iniziali difficoltà a comporre la giunta; quindi le dimissioni della Muraro, l'arresto di Marra e la bocciatura del bilancio comunale da parte dell'Oref, ieri il TAR del Lazio ha bocciata l'ordinanza della sindaca che vietava i botti di fine anno nella Capitale a tutela dei cittadini e degli animali .Manna caduta dal cielo per le opposizioni, verrebbe da dire. In primis per il Pd, che, da quando la Raggi si è insediata al Campidoglio, non hanno smesso un solo secondo, con l'ausilio dei media amici, a stigmatizzare, giustamente, le tante carenze della giunta capitolina targata M5S.Tuttavia, preda dell'euforia per le evidenti incompetenze della Sindaca, per lo più dovute all'inesperienza ma anche a un pizzico di presunzione - diversamente non spiega perché si fosse ostinata a tenere al proprio posto la Muraro, quando apprese che era indagata, seppure l'assessora non avesse ancora ricevuto l'avviso di garanzia; né perché si ostinò a volere al proprio fianco Marra, malgrado diversi membri del M5S, Grillo incluso, lo ritenevano un elemento di disturbo, la cui presenza poteva danneggiare il M5S, cosa puntualmente avvenuta – le opposizione non si rendono conto che la vicenda Raggi rischia di rappresentare un precedente pericoloso per chiunque governerà Roma dopo di lei.La certosina, ma giustissima, attenzione con cui gli organi di controllo stanno vagliando al “microscopio” ogni minima mossa della Raggi, dovrà per forza di cose estendersi anche alle successive amministrazioni.Come invece non è avvenuto in passato. Diversamente non si spiegherebbe il buco di oltre 16 miliardi nelle casse comunali ereditato dalla Raggi.Addobbare in maniera sobria l'albero di Natale a Piazza Venezia, attirandosi su di sé le critiche di molti cittadini che lo ritenevano brutto, non è certo il modo migliore per spegnere le polemiche sul proprio modo di agire.Soprattutto se non ti chiami Mario Monti, il cui premierato fu da tutti i media esaltato per lo stile sobrio dell'allora Premier, al quale nessuno si permise di obiettare quando disse no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020, vista la disastrata situazione economica del paese.Mentre alla Raggi ne hanno dette di cotte e di crude per aver ritirato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 a causa del dissesto economico del comune.Chi oggi esulta per le difficoltà della giunta Raggi, sappia che, chiunque le succederà, a sua volta sarà sotto la lente d'ingrandimento.Non tanto dei giornali i quali, c'è da giurarci, così come oggi stanno con i riflettori puntati sulla Raggi, se domani al campidoglio siederà un sindaco che non fosse del M5S, sposteranno l'attenzione su altro.Ma dell'opinione pubblica, in particolare di quella romana, che vorrà vedere se la stessa, giusta, attenzione riservata oggi dai media alla sindaca M5S sarà riservata anche agli altri per il bene della città.Della giunta Raggi si potrà dire tutto il male di questo mondo, ma non che avrà lasciato un buco nelle casse comunali di oltre 16 miliardi di euro.