LA VOCE DI KAYFA

ANCHE IL VESUVIO E I CAMPI FLEGREI SARANNO EVENTI IMPREVEDIBILI?


Nonostante la storia insegni che l'Italia è un paese ad alto rischio sismico e idrogeologico, ogniqualvolta si verificano un terremoto, un'inondazione, una slavina o una frana in zone dove non si sarebbe mai dovuto costruire, quasi sempre sentiamo le autorità parlare di emergenza conseguente a eventi straordinari.Fa niente se le previsioni meteo da giorni segnalavano l'arrivo di piogge e nevicate intense; o se un terremoto si verifica laddove già in passato la terra aveva tremato, trattandosi di zone geologicamente attive; o se un fiume esonda, inondando le case costruite abusivamente a ridosso degli argini e poi condonate, o distrugge un campeggio che qualcuno aveva autorizzato a edificare sulle sue sponde, come fu per il camping Le Giare a Soverato; se una frana, a seguito del disboscamento selvaggio, venendo a mancare il drenaggio dell'acqua nel terreno operato dalle radici degli alberi, si stacca dalla montagna e sommerge paesi interi come avvenne circa 20 anni fa a Sarno e Quindici.Puntualmente la storia si ripetendo per la slavina di Farindola che ha coperto di detriti e neve l'hotel Rigopiano con un bilancio provvisorio di 11 superstiti, 6 morti e 23 dispersi.A partire dal Premier Gentiloni, intervenuto ieri sera a Che tempo che fa, i politici, per giustificare quanto è avvenuto a Farindola, rimarcano sulla straordinarietà delle nevicate, ampiamente previste dai servizi meteo, di questi giorni e sulla tragica concomitanza con il terremoto del 18 gennaio che ha scatenato l'inferno.Poiché più di un attento e serio commentatore ha fatto notare come non sia questa la prima volta che si verifichi una simile concordanza di eventi, definire “straordinario” quanto è avvenuto a Farindola mi sembra solo un modo elegante da parte delle istituzioni di volersi lavare le mani, non ammettendo le proprie responsabilità.È vero che l'hotel Rigopiano, sui cui in passato è pesata un'inchiesta per abuso edilizio poi archiviata con l'assoluzione di tutti gli imputati, sorgeva in un luogo probabilmente non idoneo a edificare una struttura del genere.Ma se qualcuno, all'epoca, denunciò il presunto abuso, un motivo doveva pur esserci.Così come chi si assumerà le responsabilità di quanto potrebbe succedere se il Vesuvio un giorno decidesse di risvegliarsi? Le autorizzazioni per costruire case e palazzi dove mai si sarebbe dovuto, chi le rilasciò?Anni fa a Boscoreale, un paese a ridosso degli scavi di Pompei, ai piedi del Vesuvio, in un'area considerata Zona Rossa, ossia a alto rischio sismico, fu edificato il PIANO NAPOLI, un agglomerato di palazzine per alloggiare migliaia di sfollati del terremoto dell'ottanta.E che dire dell'area flegrea, ritenuta dagli esperti molto più a rischio eruzione rispetto a quella vesuviana, dove anche qui l'abusivismo edilizio non si è fatto scrupoli di sconfinare nelle aree rosse senza che nessuno intervenisse per arginarne l'estensione del fenomeno?Anche in questo caso chi ha rilasciato le autorizzazioni edilizie perché si potesse costruire dove non si poteva?Chi ha condonato case edificate su bombe che potrebbero esplodere in qualunque momento?Semmai un giorno il Vesuvio o la caldera dei campi flegrei dovessero risvegliarsi, scatenando l'inferno, si potrà mai parlare di evento imprevedibile, di caso eccezionale attribuendo la colpa del disastro al fato anziché all'ottusaggine e all'avidità umana?