LA VOCE DI KAYFA

CARO SALVINI CCA NISCIUN E' FESS!


Essere in disaccordo con la presenza politica di Matteo Salvini a Napoli non significa né essere antidemocratici, né schierarsi a favori dei pochi facinorosi che, infiltrati nella manifestazione anti leghista che ieri pomeriggio civilmente s’è mossa da Mergellina alla volta della Mostra d’Oltremare dove era in corso il comizio del leader lombardo, giunti a Fuorigrotta, sono fuoriusciti dal corteo per scontrarsi con la polizia, mettendo a ferro fuoco le vie adiacenti Piazzale Tecchio.Chi sostiene il contrario, presumibilmente, lo fa in maniera strumentale per scagliarsi contro il sindaco di Napoli De Magistris  il quale aveva pubblicamente dichiarato il proprio dissenso per la presenza leghista alla Mostra d’Oltremare, al fine di levarsi qualche sassolino dalle scarpe per la cocente sconfitta alle amministrative di un anno fa dove il sindaco si impose al primo turno sul candidato del centrodestra Lettieri e quello del Pd Valeria Valente, oggi dimessasi da capogruppo del PD in consiglio comunale perché coinvolta con il Pd napoletano nello scandalo dei falsi tesseramenti; al successivo ballottaggio su Lettieri, ricevendo oltre il 60% delle preferenze, replicando il risultato di cinque anni prima. Ma si è anche dissociato dai facinorosi, condannandone le violenze.Le violenze di ieri vanno condannate senza se e senza ma. Va però anche appurato come sia stato possibile ai black bloc  di infiltrarsi nel corteo senza che nessuno si premurasse di  setacciarlo per individuarli e isolarli.  Da settimane si temeva che la presenza di Salvini a Napoli sarebbe stato il pretesto per degli scontri violenti. Perché non sia siano prese le dovute precauzioni lascia troppe domande  sospese cui le autorità devono rispondere.Che oggi la Lega per voce del proprio leader inneggi alla salvaguardia dell’unità d’Italia – mettendola tuttora in discussione per statuto, invocando al primo punto L’indipendenza della Padania - e alla salvaguardia del meridione - dopo aver offeso per anni i meridionali, etichettandoli con i peggior epiteti, (è visibile in rete un video del 2008 dove si vede Salvini bere birra e cantare contro i napoletani puzzolenti) – agli occhi di molti napoletani e meridionali risulta poco credibile.È comprensibile che Salvini cerchi di rifarsi politicamente  la faccia in vista delle prossime elezioni politiche. Ma pretendere che i napoletani dimentichino le offese gratuite subite da lui e da tanti altri rappresentanti del suo partito, francamente, è incomprensibile.Per carità, nessuno mette in discussione che nel corso degli anni Salvini possa essersi veramente ravveduto al punto che ai propri occhi il sud Italia non rappresenta più una zavorra, una sanguisuga economica da cui staccarsi, bensì una potenziale risorsa per il paese, pertanto le sue scuse ai meridionali fossero sincere. Né è improbabile che lui e tutti gli altri leghisti abbiano riposto le ambizioni secessioniste – non si direbbe visto che uno zoccolo duro chiede tuttora la secessione -  e che non si sentano più padani bensì italiani anche loro.Ma è difficile per il popolo Napoletano il quale, nel nome dell’unità d’Italia, ha subito da parte dei Savoia una delle più cruenti invasioni e violenze etniche che la storia moderna ricordi, velata sotto il poetico nome di Risorgimento, credere che all’improvviso un uomo del Nord, che fino a “ieri” non si faceva scrupoli di infierire contro i meridionali “ladroni “ puzzolenti”, possa all’improvviso convertirsi sulla via di Damasco tanto da ritenere una risorsa il mezzogiorno d’Italia.Come avrebbe detto Totò, caro Salvini cca nisciun e fess!